Non succede tutti i giorni che il richiamo ad un live avvenga grazie ad un gruppo spalla mentre gli headliner risultino dei perfetti sconosciuti (mea culpa), almeno fino ad un paio di giorni prima dell’evento quando, come ogni tanto capita, ci si decide a dare un ascolto ed informarsi un po’ sulla band in questione e si scopre, con grande piacere, che si tratta di una gran bella formazione.
Questo è quanto avvenuto al sottoscritto per il live in questione che ha visto esibirsi sul palco del Blah Blah di Torino, preceduti dagli Io Monade Stanca, i californiani Upsilon Acrux.
In apertura il Power Trio della provincia Granda, ormai una piccola istituzione in Piemonte e non solo, ha dato il la alla serata con il suo sound spigoloso e dinamico che ha come pilastro un Math Rock la cui regola fondamentale è quella di non avere regole. Centrando la loro esibizione sull’ultimo Three Angles (uscito ormai 4 anni fa) la chitarra di Nicolas J. Roncea, il basso di Edoardo Baima e la batteria di Matteo Romano, hanno ampiamente scaldato il pubblico accorso a gustarsi questa serata divertendolo con alcuni siparietti tra un pezzo e l’altro. Il suono dei 3 risulta più che mai compatto e (per quanto sempre ispirato a gruppi come Don Caballero, Shellac, Melvins e via dicendo) sempre più personale; i ragazzi si dimostrano ogni volta in crescita, anche nelle loro maniere patafisiche, e non si può che sperare arrivi presto un nuovo disco.
Dopo il breve cambio palco si giunge al momento della piacevole scoperta: gli Upsilon Acrux. Band esistente dal 1997 che negli anni ha condiviso il palco con artisti come Zs, Peter Brötzmann, Nels Cline, Dillinger Escape Plan, Don Caballero, Boredoms, The Flying Luttenbachers e che dopo varie vicessitudini (della formazione originale è rimasto solo il fondatore Paul Lai) è giunto oggi alla formazione a 5 vista sul palco composta, oltre che da Paul Lai alla chitarra, dai due batteristi Mark Kimbrell e Dylan Fujioka (attuale batterista di Chelsea Wolfe), da Patrick Shiroshi al piano Rhodes ed al sax e da Noah Guevara alla seconda chitarra.
La band è giunta al suo settimo disco, Sun Square Dialect, uscito lo scorso anno e suonato interamente durante la serata insieme ad un paio di ripescaggi da dischi più datati.
Il loro live è incendiario, e non solo grazie alla goduriosa doppia batteria (usata a partire dal 2004), infatti gli Upsilon Acrux uniscono a grandi doti tecniche un ottimo gusto melodico andando a creare intrecci che sono geometriche alchimie dall’impalcatura Avant-Prog capaci di spingersi con classe e veemenza in territori Math Rock, Noise e Free-Jazz.
È sempre presente una certa tensione ed allo stesso modo non manca mai l’armonia, per quanto molto spesso si tratti di un’armonia brutale; tutto questo crea uno spettacolo vibrante dalla prima all’ultima nota (nel brano conclusivo dell’esibizione si accenna persino ai Kraftwerk) grazie ad una band che dal vivo va ben oltre la conferma della piacevole scoperta che avevo avuto ascoltando il loro ultimo lavoro.
Trattasi dunque di una formazione che, se come me non conoscevate, consiglio di andare a scoprire (il reale intento di questo photo report dalle foto di livello più che mai amatoriale vorrebbe in realtà essere questo) di modo che non ve li lasciate scappare il loro prossimo eventuale passaggio in Italia dopo questa data unica alla quale ho avuto la fortuna di assistere.