Spartano, sincero, diretto: esattamente ciò che un disco blues/folk dovrebbe essere. Un dono di Thomas Guiducci (qui con The B-Folk Guys) che inanella 9 brani asciutti e classici, un viaggio guidato nel mondo interiore di questo musicista che ama il blues e che ci gira l’Italia da anni. The heart and the black spider, simboli della passione e del dolore (argomenti che ogni musicista blues che si rispetti dovrebbe portarsi dentro, in parti uguali), è un piccolo dizionario di questa terra sospesa tra southern e irish, tra chitarre resofoniche e armoniche a bocca, tra kazoo e mandolini, tra ukulele, trombe e lapsteel guitar, fino a “spazzolone e manico di scopa”. Un disco che non è gonfio di virtuosismi, e con testi che definire semplici è eufemismo, ma che, forse proprio per questo, ci porta in quell’ambiente in cui il blues parla immediatamente al cuore: la produzione, molto secca, ci fa ascoltare Guiducci e i suoi come se fossero in una stanzetta con noi, a suonare le loro avventure dell’animo mentre noi centelliniamo il whisky, o ci fumiamo una sigaretta giocando a carte. Se questa magia vi solletica il cuore, prestategli un orecchio: non ve ne pentirete.