A volte è difficile giudicare un disco, soprattutto quando si tratta di dargli un voto (cosa, secondo me, poco utile ai fini di proporre o presentare un lavoro). Prendiamo ad esempio The Relation Between Brain And Behaviour dei tre Aidan: sette tracce strumentali che toccano lo stoner meno fantasioso, si fissano su elucubrazioni sludge/doom e un impianto metallaro, lento e cupo, fatto più di atmosfere che di pressione sonora. Ve ne potrei parlare in mille modi: dire che non picchiano forte quando ti aspetteresti, che non c’è niente che rimanga in testa (stiamo parlando di una musica di non proprio facile ascolto, dopotutto), che il gusto per l’horror un po’ si perde in progressioni armoniche dark che non brillano d’inventiva; d’altra parte, potrei anche dirvi che come colonna sonora di una disperazione, di un’angoscia, di un’apocalisse gli Aidan ci starebbero benissimo, che le atmosfere bagnate (lente, ossessive, scure) sono costruite con sapienza, chitarra, basso, batteria ed effetti che echeggiano, infestano, disturbano, e che hanno sottesa, s’immagina, una ricerca anche poetica, di senso (quale, non vi saprei dire). Quindi, che fare? Proporre e presentare, senza dubbio, come ho cercato di fare finora: farvi capire se è il disco per voi, o meno. Il voto? Solo un mio personale indice di gusto. Ora tocca a voi: scaricatelo (qui) e fateci sapere cosa ne pensate.