The Soft Moon Tag Archive

A Night Like This Festival

Written by Live Report

Metti un paesino di duemila anime vicino a Ivrea nel Canavese, magari con vicino un rilassante lago; mettici degli instancabili organizzatori e aggiungici tutti i volontari che riesci ad immaginare, tre palchi, quasi tremila persone, una buona dose di cibo e litri di birra e soprattutto, the last but not the least, una line up notevole composta da quasi venti band. Bene, ora immagina tutto questo calderone fotonico concentrato in un unico giorno. Sembra impensabile ed invece questo è successo veramente il 19 Luglio a Chiaverano, dove si è tenuto per il terzo anno consecutivo A Night Like This Festival. Un’edizione partita con grandi aspettative, che non ha deluso le migliaia di persone che hanno affollato il borgo piemontese, grazie ad una formula vincente basata principalmente sul binomio locale/internazionale. Il risultato è stata una line up varia ed equilibrata che ha miscelato i talenti del territorio come gli Yellow Traffic Light, gli Invers, i Niagara e i più conosciuti Nadàr Solo, a gruppi di respiro e peso internazionale con Austra, Slow Magic e The Soft Moon, senza ovviamente dimenticare nomi ormai affermati del panorama italiano come Soviet Soviet e His Clancyness. Un grande flusso musicale ininterrotto, un super tetris di gruppi e palchi, con incastri studiati per evitare eccessive sovrapposizioni, e non lasciare mai a digiuno lo spettatore. I live si sono avvicendati dalle 19.00 fino a notte inoltrata, seguiti da diversi dj set. Un vero tour de force per instancabili ascoltatori. Sul palco principale, chiamato il palco delle Colline, l’inizio è stato tutto rock e schitarrate con gli Wemen di Carlo Pastore e i Nadàr Solo. Conclusa l’esperienza Rock and Roll è stato il momento per l’attitudine Post Punk di prendere il sopravvento con l’energia diretta dei Soviet Soviet, una garanzia, e quindi la potente chiusura dei fratelloni americani, The Soft Moon, con il loro Post Punk dalle forti sfumature New Wave. Il tutto perfettamente alternanato con le sonorità Pop psichedeliche degli Hys Clancyness, non in formissima in questa occasione, e quindi con le atmosfere sintetico-siderali degli Austra, con la strabiliante voce di Katie Stelmanis, che all’improvviso ci  catapulta nel bel mezzo di un rito ancestrale, con una perfomance impeccabile.

Il secondo palco, quello dell’esploratore, è stato fin dall’inizio, ad eccezione degli oscuri rockettari, nonché ottimi, Invers, un crescendo di synth giocosi e psichedelie, dalle elettro sperimentazioni dei Niagara, al Pop fresco e giovane dei Love The Unicorn, fino al momento  dell’esibizione di Slow Magic che, indossata la usuale mascherona, nonostante si stesse sciogliendo, ha presentato un set immaginifico fatto di suoni, emozioni e accostamenti inusuali. Probabilmente lo spazio allestito e la mancanza di un’ambientazione hanno reso il tutto meno impattante ed esperienziale, ma il pubblico si è comunque dimostrato caldo e partecipe. Il terzo palco, quello del quieto vivere, lo spazio dedicato a emergenti e nuove proposte, è stato l’unico ad avere alcuni spiacevoli problemi tecnici dovuti a cali di corrente, che però non hanno fermato le band che si sono susseguite. La proposta in questo piccolo angolo ha spaziato molto; per citarne alcuni, dal Rock New Wave dei MasCara in set semi acustico, ai suoni più Folk e Blues dei Pocket Chestnut e al cantautorato di Johnny Fishborn. Dopo dodici ore di musica, e qualche zanzara di troppo, non si può che essere soddisfatti di aver partecipato a un festival così. A voler tirare le somme  credo che l’anima di questo evento si possa facilmente riassumere nel vedere sullo stesso prato a pochi metri di distanza la tipica coppia residente, lei ben vestita e truccata, lui un po’ meno, con mini cagnolino annesso e dei giovani ragazzi svizzeri muniti di zainoni e bicchieroni di birra, godersi lo stesso spettacolo, sotto lo stesso cielo e davanti allo stesso palco. Speriamo che festival così continuino a essere presenti e portare grande musica. nel nostro paese.

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Conferenza Stampa Siren Fest

Written by Eventi

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Anche Rockambula era alla conferenza stampa di presentazione del Siren Fest. Molti gli addetti ai lavori presenti (Tv comprese), qualche curioso e ovviamente il Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, il Sindaco della Città del Vasto, Luciano Lapenna, il Vicesindaco e assessore al turismo della Città , Vincenzo Sputore, Louis Avrami, un americano che vive nel New Jersey e che ha avuto l’idea iniziale del festival e che è presidente della Stardust Productions e infine Pietro Fuccio e Annachiara Pipino della Dna Concerti, una delle maggiori agenzie di booking in Italia da sempre molto attiva in tutto il territorio. Se l’evento  si fosse tenuto in città quali Roma, Bologna o Milano sarebbe stato normale, a detta di Louis Avrami, ma la bellezza dell’area e delle spiagge vastesi  ha permesso al Vasto Siren Fest di concretizzarsi in qualcosa di straordinario.

“L’obiettivo è quello di valorizzare l’area del vastese e di introdurre il festival all’interno delle mappe dei più importanti festival europei.E’ una cosa che dovrà succedere tutti gli anni e che dovrà acquisire importanza nel tempo all’interno del circuito musicale; è un impegno pluriennale, un evento che quindi già guarda all’edizione 2015”.

Il Sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, invece lo definisce una sfida importante di cui si iniziò a discutere già nel 2013; è una di quelle iniziative che vedono il capitale privato impegnato nella riuscita dell’evento che sicuramente porterà a casa un ottimo risultato e che certamente avrà un ruolo importante per la realtà vastese e per la Regione Abruzzo per ciò che rappresenta. Questi festival devono prendere piede sempre più con la loro specificità essendo legati a un turismo particolare, quello di chi ama questo particolare tipo di musica(anche se il Siren è anche cinema e letteratura); tutte le piazze saranno impegnate ad ospitare eventi insieme alle nostre spiagge che sono fra le più belle dell’Adriatico con le due riserve naturali; Vasto città dei turismi, non una città turistica e basta, una città che offre moltissimo; l’augurio è che ci possa essere un ritorno di immagine per noi e per la nostra regione; è anche una maniera per valorizzare tutta la nostra enogastronomia (chissà se si riferiva al celebre brodetto vastese…) e la nostra ristorazione; è un onore quindi ospitare un festival che poi è l’unico a livello italiano (in effetti è vero…) e che si pone accanto ad altri che si svolgono in parti del mondo quali Spagna, Serbia, Polonia, Ungheria; ci saranno gruppi che vengono da quasi tutti i continenti, fra i migliori in circolazione; Speriamo quindi che anche gli abruzzesi parteciperanno a questa iniziativainsieme a chi verrà da fuori Italia; l’augurio è di tornare ogni anno, magari anche in forme diverse, per esempio con una diversa collaborazione con la Regione Abruzzo che l’anno scorso non ha creduto in questo progetto ma che ora attraverso la presenza del neoeletto Presidente Luciano D’Alfonso testimonia l’interesse attuale verso il Siren

Luciano D’Alfonso ha invece dichiarato: Mi permetto di aggiungere io una valutazione di segno profondamente positivo; sono qui per ragioni sostanziali, per riconoscere merito a un’iniziativa che assume come bersaglio principale la città di Vasto che è una delle città più belle d’Abruzzo avendo saputo custodirsi; inoltre sono qui a testimoniare l’attenzione della regione verso un’iniziativa concepita con la logica diciamo del privato che si fa carico di ciò che vale nella società e nell’economia della cultura; l’Europa ci incoraggia non solo a risanarci, ma anche a cambiare metodo; il privato ci deve essere, dev’essere capace di qualità, di mettersi in discussione e di aggiungere rispetto a ciò che c’è, ciò che non c’era; il tutto per rendere evidente la dimensione internazionale che si respira attraverso questa iniziativa, la dimensione pervasiva rispetto ai luoghi di bellezza di Vasto e del vastese; le piazze, gli spazi, la bellezza dell’acqua che ci ha donato Dio… tutto questo viene cucito ed espresso al più alto livello da questo festival; e poi permettetemi di menzionare anche la pluralità dell’offerta che chiama in causa non solo la cultura ma la dimensione della civiltà; tutte le capacità di riflessione, di attenzione, di coltivazione del sentimento critico, di veduta sia di quello che appare sia di quello che sta dietro a ciò che appare testimoniano il valore profondo di questa iniziativa; io sono tornato a far parte di un organismo importante di Bruxelles che si chiama il comitato delle regioni in cui si respira dal primo all’ultimo minuto la cultura europeista che vale molto di più delle procedure europeiste delle istituzioni e delle dinamiche burocratiche europeiste; lì si respira il confronto tra esperienze differenziate e ciinsegnano e ci ricordanoche quando c’è qualcosa che vale e che nasce per impulso della società, quando viene posto in essere su impulso della società che si ripete, si ingrandisce e si rinnova, a quel punto deve essere forte anche l’attenzione delle pubbliche risorse e del pubblico potere; l’anno prossimo si dovrà fare ancora meglio organizzando la continuazione e organizzando anche un dialogo competitivo di tiro alla fune col potere pubblico per fare in modo che aumenti il numero degli spazi; concludo dicendo che abbiamo una specie di convocazione tutti gli amministratori: fare in modo che i nostri luoghi, dove si realizza la vita economica e di cittadinanza, siano capaci di irripetibilità; un evento come questo aiuta la memorabilità di un luogo, la sua desiderabilità, la sua  irripetibilità; sessanta milioni di pensionati americani guardano con interesse l’Abruzzo e le sue bellezze perché si parla della nostra regione come di una terra formidabile e grande merito di ciò va a Vasto che ha saputo preservarsi; mi  aspetto  pertanto dal punto di vista della capacità d’accoglienza turistica che ha l’Abruzzo per via di queste iniziative, un grande sostegno sul piano della mobilitazione dei turisti del mondo che guardano con interesse all’Abruzzo; quest’anno io amministro un bilancio stabilito da altri ma stiamo già cominciando a lavorare sul bilancio e sulla rete finanziaria dell’anno prossimo e potrete vedere presto con quali capacità di accoglienza rispetto ad iniziative di questo tipo”.

Elenchiamo qui di seguito il programma dettagliato del Siren Fest:

24 LUGLIO 2014

CORTILE D’AVALOS *
21:30 MISTAKEN FOR STRANGERS – incontro con il regista
23:30 GIARDINI DI MIRO’ – “Rapsodia Satanica”

25 LUGLIO 2014

PIAZZA DEL POPOLO
19:45 DRY THE RIVER
21:15 THE DRONES
23:30 THE NATIONAL

CORTILE D’AVALOS
20:30 ANNA VON HAUSSWOLFF
22:15 THE SOFT MOON
01:00 ACROSS THE MOVIES – 24 Hours Party People / FiveYears

GIARDINO D’AVALOS **
19:00 SIREN FEST RACCONTA JOHN FANTE
20:00 ADRIANO VITERBINI

ARENA DELLE GRAZIE
19:00 BOXERIN CLUB
20:00 MOVIE STAR JUNKIES
21:10 NINOS DU BRASIL
22:30 JENNIFER GENTLE

LA ROTONDA – LIDO LA CIUCCULELLA – LIDO DA MIMì
17:00 SUNSET SESSIONS
17:30 VINCENT BUTTER
18:15 MONACI DEL SURF
01:00 GIORGIO GIGLI dj set, JOLLY MARE dj set

BUSKING e DJ SET SU VIA ADRIATICA
BOXERIN CLUB
EMANUELLE & FRANCOISE

26 LUGLIO 2014

PIAZZA DEL POPOLO
20:00 ALEXIS TAYLOR
21:45 JOHN GRANT
23:45 MOGWAI

CORTILE D’AVALOS
21:00 TYCHO
22:45 FUCK BUTTONS
01:00 ACROSS THE MOVIES – GoodVibrations / The Future IsUnwritten

GIARDINO D’AVALOS **
19:00 SIREN FEST RACCONTA GLI ALTRI ‘70
20:00 THONY

ARENA DELLE GRAZIE
19:00 MIGHT AT NIGHT
20:00 TIGER! SHIT! TIGER! TIGER!
21:10 JOYCUT
22:30 CAMILLA SPARKSSS

LA ROTONDA – LIDO LA CIUCCULELLA – LIDO DA MIMì
17:00 SUNSET SESSIONS
17:30 I MISSILI
18:15 BRADIPOS IV
01:00 JD SAMSON dj set, LADY MARU dj set, UMBERTO PALAZZO dj set

BUSKING e DJ SET SU VIA ADRIATICA
PINK PUFFERS
EMANUELLE & FRANCOISE

27 LUGLIO 2014

CHIESA DI SAN GIUSEPPE **
13:00 ANNA VON HAUSSWOLFF

* eventi speciali fuori abbonamento
** ingresso consentito fino ad esaurimento posti con priorità agli abbonati

Infoline:
siren@sirenfest.com
info@dnaconcerti.com

telefono:06 89560116

 

BIGLIETTI:

ABBONAMENTO: 60 € + D.P.

DAYTICKETS:
VENERDì 25 LUGLIO: 40 € + D.P.
SABATO 26 LUGLIO: 35 € + D.P.

PREVENDITE:
ticketone.it call center 892.101
vivaticket.it call center 892.234
ticket.it call center 892.234
mailticket.it
ciaotickets.com
pointticket.it

I possessori del biglietto Early Bird per la giornata del 25 luglio possono convertire lo stesso in abbonamento al prezzo eccezionale di 15 euro,  acquistando l’apposito biglietto integrativo presso gli stessi canali dove è attiva la prevendita. Il biglietto in questione ha valore solo ed esclusivamente di riscatto dell’Early Bird e se accompagnato dallo stesso e da solo non darà accesso ad alcuno dei concerti del SirenFest.

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Siren Fest: Line Up completa

Written by Senza categoria

LINE UP COMPLETA

24 luglio 2014 – Vasto (CH) – Siren festival

GIARDINI DI MIRO’ –  Speciale concerto d’apertura

25 luglio 2014 – Vasto (CH) – Siren festival

The National, Dry the River, The Soft Moon, The Drones, Anna Von Hausswolff, Adriano Viterbini, Boxerin Club, Jennifer Gentle, Movie Star Junkies, Ninos du Brasil, Monaci del Surf
Giorgio Gigli (djset), Jolly Mare (djset)

26 luglio 2014 – Vasto (CH) – Siren festival

Mogwai, John Grant, Fuck Buttons, Tycho, Alexis Taylor, Camilla Sparksss, Thony, Bradipos IV, Joycut, Might at Night, I Missili, JD Samson (djset),
Tiger Shit Tiger Tiger, Umberto Palazzo (djset), Pink Puffers (marching band) Lady Maru (djset)

BIGLIETTI E ABBONAMENTI:

Venerdì 25: 40 euro + d.p.

Sabato 26: 35 euro + d.p.

Abbonamento venerdì e sabato: 60 euro+d.p

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A Night Like This: vinci due biglietti per il Festival

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Rockambula e A Night Like This mettono in palio due biglietti per quello che è uno dei Festival più attesi dell’estate e che si terrà Nella poetica cornice naturale di Chiaverano (TO), sulle sponde del lago Sirio e alle porte di Ivrea, il 19 luglio 2014. Tra i nomi di punta della terza edizione, spiccano Austra, The Soft Moon e Soviet Soviet ma la line up completa, che trovate qui, è di quelle che non passano inosservate.

Per vincere i due biglietti, andate sulla pagina facebook di Rockambula (https://www.facebook.com/pages/Rockambula-Webzine/111534632236541?fref=ts) cliccate MI PIACE alla pagina e lasciateci un messaggio privato indicando il nome della band che più vi interessa del Festival. Entro la prima settimana di Luglio saranno estratti i vincitori!

Evento Facebook

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A Night Like This Festival: si aggiungono MasCara e Nadàr Solo

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Nella poetica cornice naturale di Chiaverano (TO), sulle sponde del lago Sirio e alle porte di Ivrea, avrà luogo il 19 luglio 2014 la terza edizione di A Night Like This Festival. Un appuntamento tutto da scoprire: 12 ore di concerti su 3 palchi, visual, spazi per etichette indipendenti, area expo handmade, area food&drink a km 0. Un viaggio ipnotico e coinvolgente in un posto da sogno. Aprite gli occhi, incuriositevi, sta per nascere qualcosa di straordinariamente bello e tutto per voi.

// lineup

Austra
The Soft Moon
Slow Magic
Soviet Soviet
His Clancyness
Love The Unicorn
Nadàr Solo
Pocket Chestnut
Niagara
Indianizer
Wemen
Flowers or Razorwire
Invers
Nobody Cried For Dinosaurs
MasCara
Johnny Fishborn
Sorriso Tigre
The Gluts
Il Terzo Istante
Yellow Traffic Light

// DjSets

MobbingParty – Torino
Game On – Ivrea
Afterparty con No Problems – Milano

Evento Facebook

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A Night Like This: lineup completa

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L’Associazione culturale A Night Like Thisin collaborazione con il Comune di Chiaverano, annuncia la line up completa di A Night Like This Festival, che ritorna per il terzo anno consecutivo il 19 Luglio 2014 a Chiaverano (TO). Art Pop, Synth Pop, Elettronica e Neo Psichedelia sono il filo conduttore di questa terza edizione. E tre sono gli artisti da oltreoceano in esclusiva per il Nord Italia per A Night Like This Festival 2014: Austra, trio Indie Electro canadese in perfetto equilibrio tra elettronica pulsante e un Folk ancestrale, sublimato dall’espressività vocale della bravissima cantante Katie Stelmanis; The Soft Moon, band Neo Post Punk americana guidata dal visionario compositore Luis Vasquez in ricerca del lato morbido della luna. La band ha accompagnato i Depeche Mode per il loro ultimo tour europeo; Slow Magic, dagli USA un ragazzo che si nasconde dietro ad una coloratissima maschera, a cui piace definirsi “il tuo amico immaginario” e che ti coinvolgerà in un viaggio di canti tribali ed atmosfere sognanti.

Inoltre: Soviet Sovietche con il loro album d’esordio Fate hanno fatto del Post Punk un mero punto di partenza, un’idea da colorare con le mille sfumature del loro inconfondibile sound. His Clancynessla band meno italiana dello stivale, con un sound moderno, affilato e cosmopolita. Nadàr Soloil trio che coniuga poesia Rock a live potenti e mozzafiato che stanno conquistando il pubblico un concerto dopo l’altro.

Gli altri artisti della terza edizione di A Night Like This Festival, saranno:
Niagara, Wemen, Flowers or Razorwire, Love The Unicorn, Il Terzo Istante, Invers, Johnny Fishborn, Mascara , Pocket Chestnut, Indianizer, The Gluts, Sorriso Tigre, Nobody Cried For Dinosaurs, Yellow Traffic Light.

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Tre date italiane per i Soft Moon

Written by Senza categoria

La band, guidata dal visionario compositore di Oakland Luis Vasquez, scelta come opening del tour 2014 dei Depeche Mode arriva in Italia per 3 date per presentare ZEROS, il secondo LP a nome Soft Moon.

giovedì 30 gennaio 2014 – Roma – Teatro Lo Spazio

venerdì 31 gennaio 2014 – Milano – Plastic

sabato 1 febbraio 2014 – Bologna – Covo

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Date italiane per i Soft Moon

Written by Senza categoria

A due anni dal successo dell’esordio omonimo, la band guidata dal polistrumentista di Oakland Luis Vasquez, torna in Italia per 4 date per presentare Zerosil secondo LP a nome Soft Moon.  Scritto e registrato “on the road” – e stavolta supportato da una vera e propria band – Zeros è un album cupo, ipnotico, inquieto. A metà tra la New York dei Suicide e la Manchester più oscura marchiata Factory Records. Vasquez si conferma un figlio legittimissimo del post punk. Destinato a conquistare definitivamente (anche) i puristi del genere.

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A. Hawkins – Demo 2012

Written by Recensioni

A volte non è questione di fare il critico stronzo, saputello ed egocentrico. A volte è veramente complicato giudicare il lavoro di artisti o pseudo artisti che magari si fanno il culo tra un “lavoro vero”, come lo definirebbe un padre un po’ all’antica e la loro passione. Il fatto è che, per quanto si possa apprezzare l’impegno e tutta la grinta di chi non ha nessuno alle spalle a pompare la loro carriera, è impossibile giudicare in maniera corretta se lo stesso musicista non riesce, per mancanza di mezzi, a esprimere completamente la propria idea di musica. Non è sempre questione di peculiarità artistica ma anche di qualità di registrazione. Non è una cosa da poco, perché influenza la proposta in maniera decisiva. Un conto è desiderare un suono decisamente lo-fi, un altro è esserne forzatamente costretti. L’importante è non fare l’errore di confondere la validità del musicista con quella della musica.
Probabilmente Alberto Atzori, alias Albert Hawkins, è uno che di musica ne capisce parecchio. A cinque anni comincia a suonare il pianoforte, a tredici la batteria e a quindici è già pronto per formare le prime band “adolescenziali”, punto di partenza obbligato di tanti che poi di musica hanno vissuto. È una di quelle persone che nascono con la melodia nel sangue, ma la cosa, molto spesso, non basta a regalare l’Olimpo. A diciannove anni decide di cimentarsi anche con le sei corde e l’anno successivo stabilisce che è ora di provare a fare tutto da solo. Da qui prendono piede l’idea del progetto solista A. Hawkins, l’idea delle quattro tracce del demo di cui stiamo parlando, l’idea di cercare qualcuno disposto a produrre il giovane artista. Dentro il demo c’è tutta la tragedia della musica italiana, c’è tutta la sofferenza di chi si fa il culo sperando di poter esprimere al meglio quella che è la propria vita, c’è tutto un mondo di talenti che non possono emergere e di merde col bel faccino che qualche pappone ha piazzato nel programma Tv giusto.
Nell’ascolto dei quattro pezzi, nel quale troviamo oltre ad Atzori, la sola partecipazione di Stefano Gueli per l’assolo di chitarra in “From A Storm”, brano d’apertura, emerge una disomogeneità preoccupante tra la varietà di strumentazione, quasi come se ogni elemento fosse un’entità a se stante che se ne fotte del fatto che si trova incastrata in una canzone. E cosi la chitarra, che dovrebbe aver nella musica di Hawkins un ruolo chiave, diventa quasi un accessorio incapace anche solo di esaltare la sezione ritmica. Nel secondo brano “I’m Here”, nel suo andamento più sfumato, inquieto e intimo, si può notare la banalità esecutiva del basso e della batteria, cosa che ritroviamo in realtà in tutto il lavoro, anche se con meno enfasi. In “Rain To Rest”, sembrano risolversi alcuni dei problemi ascoltati in precedenza, la chitarra prova a riprendere corpo e la voce, di cui tra poco parleremo, riesce a mescolarsi con maggiore efficacia al sound di Alberto Atzori, anche se seguendo una linea più precisa e monotona. Il tutto si chiude con “Rock’n Love” e il suo pseudo blues acido da strisce bianche e malinconie sixties.
Stavamo parlando della voce, se non erro. Ripeto che la qualità è scadente e quindi ogni giudizio va preso con le pinze ma di certo non stiamo parlando del nuovo Freddie Mercury. Il timbro non ha alcuna particolarità che possa rendere il suo suono unico, non ha estensione invidiabile, spesso l’intonazione non è perfetta. Diciamo non è la voce di uno che possa fare il cantante. A meno che…
C’è un’altra cosa che non mi torna. Una persona che ha studiato cosi tanto la musica, che strimpella da prima che iniziasse ad andare a scuola, che sa suonare tanti strumenti, che decide di non aver bisogno di una band che lo aiuti a esprimere le proprie idee, si mette inevitabilmente sulle spalle un grosso carico di responsabilità. Quello che ci si aspetterebbe è un uomo che utilizzi tutta la strumentazione in maniera irreprensibile e brillante e magari che sia capace di creare melodie superbe. Pensate a multistrumentisti come Nicola Manzan e la sua Bologna Violenta ad esempio, oppure, in ambito internazionale, a Luis Vasquez, in arte The Soft Moon. Invece, ad Alberto Atzori non riesce nessuna delle due cose. Basso, batteria e chitarre sono suonati in maniera elementare, quasi dozzinale, spesso senza che riescano a legarsi tra loro. Le linee di basso, in particolare, sono al limite di una prima lezione di corso per principianti e inoltre, anche a livello di melodie, non c’è traccia alcuna di qualcosa che possa dirsi sufficientemente orecchiabile oppure ricercata. Su una cosa sono sicuro. Con altri mezzi, A. Hawkins avrebbe fatto tutt’altra figura ma non possiamo ridurre a questo la scarsa proposta dell’artista. La piattezza del sound, la voce mediocre, le melodie assenti, le poche idee messe sul piatto, non sono cose che dipendono dalla qualità di registrazione. Forse A. Hawkins avrebbe bisogno di una band più di quanto lui stesso possa pensare.

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