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Dumbsaint – Panorama, in Then Pieces
Abbiamo davvero bisogno di un ulteriore album Post Rock e di una nuova band australiana che si metta sulla scia dei Dirty Three andando ad spalleggiare formazioni più note come Sleepmakeswaves o Tangled Thoughts of Leaving? Probabilmente non c’è alcuna necessità vitale ma, per i cultori del genere strumentale d’indole “cinematografica”, c’è sempre la voglia di lasciarsi sopraffare da quelle suggestioni soniche che solo questo stile, torbido più nella definizione che nel concreto ascolto, riesce a evocare e la provenienza geografica non può che fare da garante di una certa dote espositiva che quasi mai è mancata proprio a chi quel peculiare stile l’ha portato oltre i confini della nazione più selvaggia che esista. Chiariamo che i Dumbsaint non sono proprio una compagine all’esordio, andando ad affondare le radici nel 2009 e avendo concepito il primo Lp tre anni fa. Something That You Feel Will Find its Own Form fu l’ipotetico trampolino di lancio che permise a James Thomas e soci di iniziare un cammino artistico che li ha portati a questo Panorama, in Then Pieces passando per i palchi d’Australia in compagnia di This Will Destroy You, Russian Circles, Boris ed Earth. Quel trampolino avrebbe potuto far volare i Dumbsaint se solo avessero avuto ali abbastanza possenti da reggere il peso di un linguaggio che non fa dell’originalità e dell’orecchiabilità melodica propria caratteristica singolare. Panorama, in Then Pieces è un progressivo susseguirsi per quasi un’ora di ritmiche potenti, controtempi non eccessivi e chitarre ad alternare fasi più lievi e oniriche ad altre più violente e quasi Noise. Un disco assolutamente di valore sotto l’aspetto estetico e tecnico ma che ha quel sapore manieristico e ridondante che stanca già al primo ascolto. Un’opera che cerca di mostrare un lato oscuro che l’ascolto non riesce a evocare e che, probabilmente, potrebbe trovare la sua forza nelle immagini, giacché realmente quest’album ha una componente cinematografica che ora non mi è richiesto di analizzare. Quello che ho adesso è un ottimo artwork che racchiude solo gradevole mediocrità.
Esce oggi Fertile, il nuovo disco dei Stearica
Il disco esce oggi 13 aprile con distribuzione mondiale attraverso i canali di Monotreme Records (65daysofstatic, This Will Destroy You, sleepmakeswaves): dunque in piena primavera, stagione di rinnovamento e fertilità in gran parte del mondo, inclusa la storica regione in cui sorge il sole, nota come ”Mezzaluna Fertile“. Ispirato dagli impulsi rivoluzionari della Primavera Araba, Fertile si avvale della “vivificante” collaborazione di alcuni pesi massimi della scena internazionale quali Scott McCloud dei Girls Against Boys (voce in ”AMREEKA“), Ryan Patterson dei Coliseum (voce in ”NUR“) e l‘acclamato sassofonista Colin Stetson, noto per aver lavorato con Tom Waits, Arcade Fire, David Birne, Lou Reed, The National, Tv On The Radio e Bon Iver. Prodotto da Francesco Carlucci (polistrumentista della band), Fertile rappresenta su disco la natura materica e primordiale del suono che gli Stearica esprimono dal vivo. A tratti brutale e caotica, spesso misteriosa, a volte quieta: è musica figlia del nostro tempo, istintivamente rivoluzionaria.