Two Fates Tag Archive

Streetambula 2014 (II Edizione), tutte le info

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“Verde” è il primo videoclip dei Two Fates

Written by Senza categoria

Dopo la fatica conseguente alla realizzazione del loro primo disco, i Two Fates hanno deciso di concedersi una vacanza, durante la quale decidono di registrare delle live-video session presso il luogo che li ha ospitati: le stanze di Podere Morico (Valfabbrica, Umbria).

“Abbiamo montato gli strumenti nella camera da letto, perché ci siamo innamorati delle tre finestre. Il video è stato realizzato con una action cam (appoggiata sul letto col trepiedi) che abbiamo acquistato per l’occasione insieme alla telecamera del mio smartphone (attaccata col nastro isolante nell’asta del microfono) e la vecchia mini dv di mia sorella (sul piano). Abbiamo pranzato il cous cous nel tavolino sul portico per goderci la natura e la primavera. Poi siamo andati al Cinema Metropolis di Umbertide a suonare e il giorno dopo a fare un giro in mountain bike fino al mio arresto cardiaco, ma queste sono cose che riguardano più il weekend che il making of del video.” racconta LorElle, parte femminile del duo.

Da tale atmosfera nasce il video di “Verde”, il primo brano composto dalla cantante. “Immaginavo un posto con uno scenario stile Alice nel paese delle meraviglie di Tim Burton. Arrivata a metà canzone, non sapevo come continuare. Poi mi sono addormentata e ho fatto un sogno. Ero in un campo di calle bianche, la luce solo da una parte del cielo, che era coperto a metà di nuvole scurissime. Così nacque la seconda strofa per poi evolversi fino alla fine.” continua l’autrice.

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Two Fates – /tree

Written by Recensioni

Chi crede che il Fato abbia a che fare con l’essere sottoposti a volontà ignote che appaiono casuali  quando in realtà non lo sono, ma guidano il susseguirsi degli eventi secondo un ordine non modificabile, sarà d’accordo con me che probabilmente non è un caso nemmeno il fatto che il destino dei Two Fates, duo elettro-acustico composto da Loredana Di Giovanni (LorElle) e Giuliano Torelli (Tiresia), li abbia portati a percorrere insieme la strada della musica. Probabilmente non credono nemmeno loro alla casualità dell’evento, vista la scelta del nome del gruppo. Il loro primo EP porta il titolo di /tree, un albero che affonda le radici nella terra della conoscenza e nell’esperienza in ambito musicale, ma che ha le fronde e lo sguardo rivolti verso un cielo ed un futuro ricco di sperimentazioni. Più che di un albero, si tratta di una foresta di suoni, capace di evocare le atmosfere magiche e surreali che ruotano attorno al mondo della Natura. Tecnicamente, il segreto di questa moltitudine sonora, sta nell’utilizzo della Two Fates’ Machine, una “macchina” assemblata dallo stesso duo, che senza l’utilizzo di basi precostituite, permette di registrare al momento stesso dell’esecuzione le varie parti che compongono i brani e di assemblarle in tempo reale. È chiaro quindi che l’ascolto di /tree possa assumere ancora più valore durante le esibizioni live.

L’evocazione al mondo della natura e all’alone di mistero che l’avvolge è chiara già dalle prime tracce del disco, “Blu” e “Verde”; la prima, del colore del cielo, si eleva sempre più in alto verso una serie di inquietudini in un crescendo sia di tonalità che di suoni che si vanno aggiungendo man mano; la seconda invece si lascia trasportate principalmente dalla voce di LorElle e si compone di suoni che richiamano atmosfere decisamente più calme. Con “My Story Is not My Destiny” subentra la lingua inglese; la protagonista è ancora la voce di LorElle che traccia la melodia sulla quale si articolano i suoni elettronici caratteristici del duo. “Il Sogno, l’Addio” è il brano che meglio esprime le caratteristiche principali dei Two Fates, dal richiamo a dimensioni surreali, alla predominanza dell’Elettronica, alla realizzazione di testi di un forte impatto emotivo, (che in altri pezzi perdono però di intensità), alla forte presenza vocale della cantante. “It’s the Rain”, secondo brano in inglese è ancora una chiara evocazione alla Natura, che avviene stavolta in modo palese introducendo suoni come quello della pioggia al quale si intrecciano le sonorità elettroniche caratterizzanti il duo. “Sangue”, il brano a chiusura del disco, si differenzia dal resto con l’introduzione di un ritmo “spagnoleggiante” portato avanti da chitarre acustiche.

Se di esordio vogliamo parlare (anche se questo è il loro primo EP, il duo è impegnato da anni nel mondo della musica, durante i quali ha privilegiato maggiormente le esibizioni live) quello dei Two Fates è sicuramente degno di nota. Un buon inizio che inizio non è, vista l’esperienza di entrambi i componenti. Comunque sia andata, mi voglio fidare del proverbio che dice chi ben comincia è a metà dell’opera. Per la seconda metà dell’opera, non possiamo far altro che aspettare il loro prossimo lavoro.

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Per i 3000 “mi piace” su Fb, Rockambula vi regala il Cd dei Two Fates e una Playlist su Spotify

Written by Senza categoria

In occasione dell’ormai imminente raggiungimento del MI PIACE n° 3000 su Facebook, Rockambula ha deciso di regalarvi una Playlist su Spotify che raccoglie i brani che abbiamo voglia di ascoltare oggi che ci sentiamo in vena di sentimentalismi (godeteveli senza troppi pensieri) ma soprattutto di donare il Cd (copia fisica) d’esordio della band Indietronic Two Fates (/tree) a uno dei nostri tantissimi affezionati, il quale sarà estratto a sorte al raggiungimento del MI PIACE n° 3000. In bocca al lupo e buon ascolto da Rockambula!

Grazie a tutti!

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Two Fates – “Il Sogno, l’Addio” [STREAMING]

Written by Anteprime

two fates

In occasione dell’uscita del primo autoprodotto Ep /tree dell’Electro-Acoustic looping duo denominato Two Fates, Rockambula è lieta di presentarvi una delle tracce contenute nel disco, la psichedelica e deliziosamente nevrotica “Il Sogno, l’Addio”. Con Rockambula, nei prossimi giorni, altre webzine di settore (Osservatori Esterni, Paper Street, Impatto Sonoro, L’Indiependente e Soundmagazine) presenteranno ognuna uno dei brani contenuti nell’Ep. I due polistrumentisti, all’anagrafe Loredana Di Giovanni (LorElle, voice, keybords, percussions) e Giuliano Torelli (Tiresia, bass, guitar, drum pad, voice noises) sono affiancati dalla loro Two Fates’ Machine, macchina delle meraviglie da loro assemblata che senza l’utilizzo di basi precostituite, permette di registrare al momento stesso dell’esecuzione le varie parti che compongono i brani e di assemblarle in tempo reale per dare vita ad un complesso intreccio sonoro con raffinate sfumature Pop. “Il Sogno, l’Addio” è la traccia numero quattro, la più intensa e quella che meglio esprime l’essenza quasi magica del duo, fatto di una libertà profondamente legata al mondo fiabesco della natura e del suo mistero.

“Questa canzone è un viaggio nell’affascinante nonsense onirico. Il mondo dei sogni mi incuriosisce soprattutto per la capacità di evitare la realtà, cosa da non sottovalutare quando cadi da un grattacielo mentre accarezzi i capelli di una bambola. Lo slalom che il sogno riesce a fare tra la tua vita e le persone che ti sono attorno, ti fa apprezzare le nuvole vedendole dal basso del tuo aereo sottosopra.”

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Two Fates: in arrivo “/tree”, primo Ep dell’Electroacoustic looping duo.

Written by Senza categoria

“Uscirà in aprile il primo Ep dell’electro-acoustic looping duo denominato Two Fates, /tree, che arriva dopo cinque anni di attività live. I due polistrumentisti, all’anagrafe Loredana Di Giovanni (LorElle, voice, keybords, percussions) e Giuliano Torelli (Tiresia, bass, guitar, drum pad, voice noises), annunciano l’imminente arrivo con un video nel quale illustrano l’utilizzo della Two Fates Machine, macchina delle meraviglie da loro assemblata, che, senza l’utilizzo di basi precostituite, permette di registrare al momento stesso dell’esecuzione le varie parti che compongono i brani e di assemblarle in tempo reale per dare vita ad un complesso intreccio sonoro con raffinate sfumature Pop. Il video è stato realizzato da Andrea Puglielli e Salvo Carducci. I ringraziamenti della band vanno a Silvio Don Pizzica, Duilia e Streetambula. /tree, il cui nome nasconde svariati riferimenti in bilico tra serio e faceto, sarà disponibile sia in formato fisico che in streaming e download su Bandcamp.”

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Arezzo Wave Abruzzo 2014: dura il rock duro!

Written by Senza categoria

Definiti i cinque finalisti live di quest’anno. Pescara torna a far contare i suoi numeri mentre la manifestazione torna in provincia di Chieti da dove mancava dal 1997. Nella serata finale le voci femminili saranno in maggioranza. Queste di seguito saranno le band che calcheranno il palco il il prossimo sabato 12 Aprile presso L’Abitudine Cafè di Vasto (CH) a partire dalle 23:00 (ingresso libero)

Doriana Legge L’Aquila
Malamadre Collecorvino
Mom Blaster, Lanciano
Sax this Candy Pescara
Two Fates Colonnella

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Happy Birthday Grace (Streetambula Winter Session) 21/12/2013

Written by Live Report

Ho aspettato molto prima di buttare giù queste due righe su Happy Birthday Grace (Streetambula Winter Session) e, a essere sincero, non avrei mai voluto essere io a scriverne. Non è mai facile, forse neanche troppo simpatico parlare (e con amore, perché questo è il caso) di un evento del quale si è anche co-organizzatori eppure alla fine mi sono deciso ma con la promessa, che spero possiate confermarmi mantenuta, di non lasciarmi trasportare dalle mille emozioni che hanno scaldato le pareti di Caffè Palazzo il 21 dicembre a Pratola Peligna (AQ). Ormai sapete tutti che Streetambula è il braccio di Rockambula, quello che organizza festival, contest ed eventi e mette le band in contatto con tutte le realtà interessate dal panorama indipendente, etichette, studi di registrazione, uffici stampa, pubblico, locali, webzine. La storia di questa Winter Session nasce qualche mese fa, quando Lorenzo Cetrangolo, nostro fidato redattore e proprietario degli studi milanesi dalla QB Music (da poco anche etichetta), ci propose di partecipare attivamente a un contest intitolato appunto al ventennale di Grace, storico album di Jeff Buckley.

Ovviamente la risposta di Rockambula è stata positiva ma è andata anche oltre. “Perché non lasciare un posto per la compilation tributo che realizzerete il prossimo anno a una band di Streetambula”? Questa è stata la mia domanda e la Qb Music si è presto dimostrata entusiasta della cosa. Vi spiego subito di che si tratta. Il prossimo agosto Grace compirà vent’anni. La Qb Music darà la possibilità a tante band quante sono le canzoni del disco di registrare un brano dell’album, pezzo che andrà poi a finire nella compilation tributo prodotta e distribuita dalla stessa QB Music. Da quel momento è iniziata la discesa che ci ha portati al contest invernale di cui sto per parlarvi, Happy Birthday Grace (Streetambula Winter Session). Come anche ad agosto, ci sono state delle preselezioni e per la finale sono stati scelti quattro protagonisti che hanno confermato sul campo il loro valore, dando all’evento un valore aggiunto e alzando l’asticella della qualità molto in alto, mediamente anche più di quello che tutti si aspettavano.

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Giunti alla serata fatidica, Caffè Palazzo è stato addobbato a festa, con striscioni, stand, maglie, spille, gadget e quant’altro e soprattutto, ricoperto di musica. La finale vera e propria sarebbe iniziata solo intorno alle 21:00, anche mezz’ora più tardi, ma già all’aperitivo ci aspettava una graditissima sorpresa. Basandosi su un testo scritto da me (lo trovate a fine articolo, per chi fosse interessato), Paride Sticca e Jacopo Santilli de À L’Aube Fluorescente hanno iniziato un racconto musicato che partendo da “Gloom”, un loro singolo di prossima uscita, ha attraversato tutte le mitiche canzoni di Grace, con un mix di note, cantato, teatralità, poesia e Spoken Word. Circa quaranta minuti da sogno, per uno dei momenti più toccanti di tutta la serata. Lasciata alle spalle questa fantastica introduzione, ci si andava avviando verso la gara vera e propria, mentre sullo schermo scorrevano le immagini della serata del 31 agosto, prima edizione di Streetambula Music Contest. La giuria schierata confusamente per evitare l’effetto esame di Stato era pronta. Oltre a me, in qualità di caporedattore di questa webzine e redattore di Ondarock, c’era Margherita Di Fiore, collaboratrice di RockIt, Luca Di Pillo, musicista, Salvatore Carducci, tecnico del suono, fonico, collaboratore di Rockambula e gestore di negozio di strumenti, Duilia Del Gizzi, rappresentante di Nuove Frontiere (organizzatrice dell’evento con Rockambula), Jacopo Santilli, musicista e poi c’era anche per il pubblico la possibilità di votare, per circa il 15% del verdetto finale.

Primi a esibirsi, dalla provincia di Teramo, i Two Fates, coppia anche nella vita che ha proposto un Indietronic coinvolgente e travolgente, carico di melodia ma anche di teatralità, fatto di note orecchiabili e improvvise sferzate avanguardistiche. Bellissima la voce di lei e superbo l’utilizzo di Ableton Live (ribattezzato, Two Fates Machine), strumento abusato nel campo dell’elettronica ma che nel Rock non ha forse mai trovato in Italia un impiego tanto funzionale, pratico eppure artistico. Nessuna imperfezione, i Two Fates sanno come proporsi e sanno come interagire col pubblico, hanno carattere e talento e per tutti il verdetto sembra già scritto, se non fosse per quella cover di Buckley, forse non all’altezza del resto. Poi però sale sul palco un certo Dr. Quentin, tutto solo con la sua follia che odora di gioia. Mette allegria, mette una carica pazzesca, i suoi testi traballano in un inglese claudicante ma tutto sommato comprensibile. Sembra il fratello pazzo dei Two Gallants. Il suo è un misto di Folk Rock, Folk Punk e Alt-Country che mette i brividi e quando intona Hallelujah, a modo suo, mette la pelle d’oca. Certamente la migliore della cover proposte in tutta la serata.

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Superato il Dr. Quentin, entra in scena il Rock dei Droning Maud da Rieti. Il loro sound è potenza pura, ma non di quella esplosiva quanto un big Bang, quanto piuttosto quella di un buco nero, sfuggevole e misterioso. Certamente gli unici che abbiano veramente travolto il pubblico, i più maturi, anche se magari senza stupire troppo. Ascoltarli a due passi è stato come essere investiti da un tornado di note. A chiudere la gara, i liguri Caligo. Ragazzi di una disponibilità unica, una simpatia e un amore per la musica da far invidia. Avrebbero meritato di vincere solo per questo eppure, c’era che dell’altro, nella loro esibizione. Il loro Pop/Rock è puntuale e si mette tutto al servizio della voce e dei movimenti di Marco Ferroggiaro, vocalist e leader della formazione di Chiavari. Melodie e canzoni, di quelle belle, di quelle che si possono cantare anche solo dopo averle ascoltate una volta. I Caligo erano proprio quello che mancava alla serata. Ora è proprio tutto. È ora di scegliere un vincitore.

Il pubblico ha già deciso. Per loro a vincere è il Dr. Quentin. Ma lui, è l’unico che gioca in casa e a Streetambula ci teniamo a fare le cose nella maniera più obiettiva possibile. Il pubblico conta solo per il 15% e come vedrete, non basterà. A vincere infatti non sarà il Dr. Quentin, nonostante tutti abbiano apprezzato la sua cover, nonostante quasi tutti ne riconoscano la voce stridula ma perfetta. Nonostante io stesso abbia affermato che il dottore “scrive canzoni, melodie, come pochi sanno fare”. Non sarà lui a vincere perché tutti ne sottolineeranno i limiti. Suonare Folk Rock, in inglese, solo chitarra e voce e farlo senza stancare dopo venti minuti è difficile e, infatti, anche in questo caso la giuria lo farà notare. A vincere non saranno i Droning Maud, nonostante l’apprezzamento incondizionato di tutta la giuria che ha rilevato solo l’uso eccessivo di una precisa effettistica sulla voce in sostanza per tutta l’esibizione. Non vinceranno non per i problemini tecnici dovuti all’audio e la resa nel piccolo locale ma perché è vero che c’era da fare una sola cover di Jeff Buckley, ma a lui era intitolata la serata e quindi, quella cover, avrebbe avuto un certo peso. Non è piaciuto che quel riarrangiamento sia stato fatto con un paio di minuti di ritardo perché il testo non era stato imparato a memoria e il foglio dove era stato scritto non si ritrovava. Inoltre non è piaciuto molto il riarrangiamento. Dispiace, perché i pezzi originali targati Droning Maud si sono dimostrati una bomba, e forse questo conta più del verdetto finale. Non hanno vinto neanche i Caligo, forse troppo emozionati, certamente stanchi per i 500 Km percorsi per arrivare dalla Liguria in Abruzzo, qualche errore di troppo in fase esecutiva e uno stile troppo magro, asciutto, con poca personalità esclusa la voce di Marco Ferroggiaro, per poter arrivare davanti ai colleghi, i Two Fates.

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Già, proprio loro. I Two Fates. Per una volta hanno vinto quelli che tutti si aspettavano che avrebbero vinto; la band più completa, che ha fatto meno errori, che ha arrangiato con cura il brano di Jeff Buckley (una curiosità, Giuliano Torelli mi ha confidato di essere uno dei mille ad aver visto Buckley dal vivo in Italia), che ha messo sul piano le composizioni più curate, più interessanti e, anche in ottica futura, dalle prospettive più rosee. Senza ombra di dubbio, hanno vinto i migliori ma tutti gli altri si sono dimostrati non solo all’altezza ma certamente capaci di ritagliarsi un gran bello spazio nel mondo della musica. Basta capire quale spazio.

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Di seguito trovate il testo suonato e recitato dagli À L’Aube Fluorescente e scritto da me, nel caso qualcuno voglia leggerlo. Alla fine trovate invece il trailer realizzato per la serata da Andrea Puglielli.

Per i ragazzi di Streetambula, scegliere Jeff Buckley e il suo unico album compiuto Grace, il suo capolavoro che tra qualche mese compirà vent’anni, come cuore del Contest invernale non è stata certo scelta agevole. Ogni canzone di quel disco racchiude una magia che solo pochi capolavori possono vantare e anche le cover interpretate da Jeff hanno acquisito un’aura singolare, un abissale senso di eternità e spiritualità. Avete capito bene, quell’opera d’arte contiene ben tre cover. “Lilac Wine” di Nina Simone, “Corpus Christi Carol” di Benjamin Britten e “Hallelujah” di Leonard Cohen. Tre riarrangiamenti che hanno dato in dono a quei brani l’immortalità che meritano palesando come un artista possa adagiare la sua essenza anche in brani di altri, quando si suona con sentimento. Quello che speriamo possano fare stasera i Droning Maud da Rieti, il Dr. Quentin, pratolano Doc, i Caligo da Chiavari in Liguria e i Two Fates di Colonnella. Fare musica col cuore, per farci sognare il suo volto ancora una volta. Sognare la sua vita.

Una vita che per Jeff non doveva essere stata facile. Il 17 novembre del 1966 nasceva il figlio di Tim Buckley. Il padre di Jeff era proprio quel Tim Buckley che qualcuno sta fantasticando ora. Una delle voci più strabilianti che si ricordino e uno dei più eccelsi sperimentatori vocali e del Folk. Musicista mirabile, non proprio come nel suo ruolo di genitore. Non si consacrò molto al piccolo Jeff, prediligendo cercare buona sorte nella Grande Mela; più in là i due si sarebbero rincontrati ma quest’abbandono non fece altro che appesantire, col tempo, la grandezza di Tim sulle fragili spalle del figlio.

Jeffrey Scott Buckley, “Scotty” per chi lo amava, perse il padre che in fondo non aveva mai veramente avuto, a Santa Monica il 29 giugno 1975; Tim fu schiacciato dal peso di alcol, eroina e da una vita impossibile da sopportare. Tim entrava nella leggenda e Jeff era ancora un bambino. Poche volte “Scotty” ebbe la possibilità di stare con lui ma fu proprio durante una serata in omaggio al padre, nell’aprile del 1991 a New York, che per la prima volta le sue sorprendenti abilità canore furono alla portata di un pubblico di un certo spessore.

Da quel giorno Jeff Buckley ha inseguito il modello del padre, talvolta superandolo e diventando a sua volta un mito, nella sua fragilità una specie di divinità carnale fatta di sogni, illusioni, angosce e dei suoi molteplici amori; si dice che amò tante donne, forse anche Courtney Love con la quale di certo fu fotografato a teatro; di sicuro Joan Wasser (qualcuno tra voi la conoscerà come Joan As Police Woman) ma anche Elizabeth Fraser, splendida voce dei Cocteau Twins. Jeff presto sarebbe diventato una leggenda però consapevole della vacuità della sua vita, che, come in una premonizione, sembrava sapere che non sarebbe stata molto più duratura di quella del padre. Jeff inizia a suonare come tanti di noi hanno fatto, come io stesso ho fatto, con piccole band, con i Group Therapy; quindi incide le Babylon Dungeon Sessions e poi lavora con Gary Lucas e con i Gods And Monsters fino a giungere al colosso Columbia.  Nascono una moltitudine di tracce, tanto materiale spesso ancora inedito che finirà soprattutto per alimentarne il mito, nella sua sfuggevolezza.

Jeff non dimentica mai da dove viene. Forse non sa ancora dove vuole andare . Sapete a chi è intitolato uno dei suoi primi Ep? Al Sin-è. Il locale nella parte orientale di New York dove giovanissimo si guadagnava il pane come sguattero e poi incominciò a esibirsi. Da lì e da allora ha iniziato una corsa frenetica che l’ha portato a Grace, uno degli album più importanti e struggenti di tutti i tempi. Dopo Grace, in un’inquietante analogia con le vicende emotive del padre, Jeff, che certo non era uno scrittore maniacale, si dimostra impossibilitato a reggere i ritmi del mercato e soprattutto a sottostare alle sue pressioni. Sketches For My Sweetheart The Drunk, l’album seguente, uscirà postumo e incompleto; Jeff non riusciva a produrre tanto e velocemente quanto il sistema richiedeva.

Ma chi era veramente Jeff Buckley? Un musicista stravagante e anticonformista, non sempre attento agli aspetti tecnici della sua arte, un uomo capace di non prendersi sempre sul serio, anche quando si trattava di spiegare il senso delle sue parole. Anche un uomo che si sentiva solo, ma non aveva paura della sua solitudine. Sapete, una volta iniziò un tour, otto date, in posti sperduti d’America, con un falso nome, sempre diverso. Spesso suonò solitario, in quel Phantom Tour, senza pubblico. Avete capito bene. Cercava nel suo isolamento di ritrovare se stesso, la tranquillità dell’essere “uno qualunque”, l’unico modo per capire chi sei è forse non essere nessuno, agli occhi degli altri.

Come il padre, Jeff aveva però tanti problemi, con l’alcol, con la droga e con se stesso anche se in maniera meno romantica (aperte e chiuse le virgolette) e meno meravigliosa. Nonostante questo però non sarebbe mai arrivato al punto di morire per sua intenzione. C’era un disco in cantiere sotto l’ala protettrice di Tom Verlaine, leader dei Television; quindi il trasferimento a Memphis. Il padre era morto ventidue anni prima, “Scotty” ne aveva trenta all’epoca. Il suo talento era ancora tutto da scoprire e quello che resta delle sue incisioni racconta di un uomo che non si sentiva certo arrivato, anzi aveva voglia di vedere fin dove la sua mente, la sua arte poteva spingersi.

Era il 29 maggio 1997 quando Jeff e il suo autista si stavano dirigendo verso gli studi di registrazione. Si fermarono, Jeff voleva fare un bagno nelle acque del Wolf River. Si tuffò vestito, cantando “Whole Lotta Love” degli Zeppelin. Non era drogato, non era ubriaco. Non aveva deciso che quello sarebbe stato il momento di lasciarci. Qualcun altro, forse, lo aveva deciso, se ci credete, forse Dio. O forse il destino, il caso, chiamatelo come volete. Fatto sta che in quelle acque fresche di un affluente del Mississippi Jeff, “Scotty” per chi lo ama ancora, ci lasciò facendo quello che più amava, cantando.

Di lui restano poche canzoni ma per chi lo chiama ancora “Scotty” nelle sue preghiere, ha lasciato molto di più. Resta il rimpianto per quello che sarebbe potuto essere e soprattutto resta un album inarrivabile come Grace, al di là del mito.

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Dear Baby Deer + Two Fates live show al Tolleranza Zero

Written by Senza categoria

Per il primo concerto del 2014 il Tolleranza Zero mette sul piatto due band al prezzo di una! Una serata dedicata a chi ama il sound di Radiohead, Sigur Ros, Mogwai, Portishead.

Domenica 5 gennaio, ore 21.00, ingresso € 3,00
Dear Baby Deer + Two Fates
Tolleranza Zero: via Ciampoli 3, Foggia

DEAR BABY DEER
Brani incantati, melodie dense e rumorosità dream-pop.

TWO FATES
Electroacoustic looping duo.

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I Two Fates vincono Streetambula Winter Session

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La sessione invernale di Streetambula (associazione che organizza eventi e contest e di cui Rockambula è parte integrante) è giunta al suo capitolo finale (o quasi). Sabato 21 dicembre i 4 finalisti si sono esibiti e uno di loro si è portato a casa il premio bramato che va ben oltre la targa commemorativa.

Il contest infatti è stato realizzato con la collaborazione degli studi milanesi QB Music, i quali hanno messo in palio proprio per Streetambula, un posto nella compilation tributo a Grace, l’album di Jeff Buckley, che il prossimo agosto compie vent’anni. Saranno dunque i Two Fates, duo elettroacustico da Colonnella (TE) che andranno a Milano, grazie anche al rimborso offerto da Streetambula, a registrare il brano di Grace.

Questa la classifica completa. A presto per un resoconto più dettagliato.

Two Fates
Dr. Quentin
Droning Maud con stesso punteggio del Dr. Quentin ma meno primi posti nelle votazioni dei singoli giurati
Caligo

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Ecco i vincitori di Happy Birthday Grace!

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Il concorso HAPPY BIRTHDAY GRACE!, realizzato dallo studio di registrazione milanese QB Music in collaborazione con Rockambula, è giunto quasi alla fine.

Ecco quindi i nomi dei tre vincitori che, lo ricordiamo, sono stati scelti, rispettivamente, da una votazione online sulla pagina di QB Music, dalla redazione di Rockambula e dallo staff di QB Music.

PREMIO DEL PUBBLICO: STARCONTROL

PREMIO ROCKAMBULA: IL SENTIERO DI FLAVIA

PREMIO QB MUSIC: ANTONELLO BRUNETTI

I tre vincitori, oltre ai premi (che prevedono sconti, ore di registrazione gratuite, intervista e recensione su Rockambula, ecc.), guadagnano la possibilità di partecipare alla compilation-tributo a Jeff Buckley che QB Music produrrà durante il 2014 e che distribuirà gratuitamente online nel mese di agosto, a vent’anni dall’uscita del grande capolavoro del musicista scomparso prematuramente, Grace.

Ricordiamo che un quarto artista sarà scelto domani sera attraverso un live contest che si terrà a Pratola Peligna (AQ) e organizzato da Streetambula, il braccio di Rockambula che come sapete si propone di organizzare eventi e dare alle band tutte le possibilità concrete per realizzare i propri sogni. I 4 candidati sono Dr. Quentin, Droning Maud, Two Fates e Caligo i quali proporranno brani originali e una cover di Grace.

Per maggiori informazioni: www.facebook.com/QBMusicStudio

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Happy Birthday Grace (Streetambula Winter Session), 21 DICEMBRE 2013

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Dopo la splendida riuscita del contest/festival estivo Streetambula Rock Contest, i ragazzi di Nuove Frontiere e noi di Rockambula Webzine siamo orgogliosi di presentarvi la versione invernale dedicata a Grace, mitico album di Jeff Buckley. Si inizierà sabato 21 dicembre alle ore 19:00 circa presso Caffé Palazzo a Pratola Peligna (Aq) e la competizione, che come ripetiamo sempre è una gara nella quale tutti devono sentirsi vincitori, vedrà la partecipazione di 4 band selezionate da tutta Italia, oltre alla presenza degli A’ L’aube Fluorescente che ci hanno preparato una sorpresa proprio in apertura. Dall’Abruzzo il duo Two Fates ci delizierà con una performance Electroacoustic sensazionale mentre gioca in casa il Dr. Quentin, chitarra, voce, cuore e anima. Arrivano invece da Rieti i Droning Maud, che porteranno una ventata di sano Rock mentre dalla Liguria, da Chiavari, arrivano i Caligo.

I 4 si alterneranno nelle loro performance semi-acustiche, proponendo sia pezzi originali e sia alcuni riarrangiamenti di brani di Jeff Buckley tratti dall’album Grace. Perchè è proprio questo disco il pretesto per questa fantastica Winter Session. Gli Studi milanesi della Qb Music infatti, in collaborazione con la nostra webzine Rockambula, hanno pensato di realizzare per il prossimo anno un tributo in occasione del ventennale dello stesso Grace. Al tributo parteciperanno diverse band da tutta Italia, le quali potranno registrare il brano proprio negli studi della Qb Music. Il pezzo sarà poi inserito nell’album promosso dalla stessa Qb. Una delle band partecipanti sarà proprio la vincitrice di Happy Birthday Grace (Streetambula Winter Session). Al premio si aggiunge un rimborso spese offerto da Streetambula.

HBG

Il vincitore sarà deciso da una giuria competente che valuterà sulla base di criteri quali l’esecuzione, la composizione dei pezzi originali, il riarrangiamento della cover e la validità della proposta artistica. Inoltre, uno dei membri della giuria sarà lo stesso pubblico, attraverso modalità che vi sveleremo solo durante la serata. Non vogliamo aggiungere altro. Solo, non mancate perché sarà una serata magica.

Per arrivare a Pratola, sulla A25, uscita Pratola Peligna/Sulmona

Ecco programma, locandina, copertina e trailer.
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