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What’s up on Bandcamp? [luglio 2020]

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I consigli di Rockambula dalla piattaforma più amata dalla scena indipendente.
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Kubark, guarda il video di “The DownGrade Session”

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Il progetto Kubark nasce da band immense come Tool, Isis, A Perfect Circle e Russian Circles, ma ha fatto del trovare una sua identità, unica e personale, il proprio vanto e la propria missione. Dopo la pubblicazione (con relativo tour) di Ulysses, ep del 2011 che ha riscosso un ottimo successo e recensioni lusinghiere, il quartetto propone qualcosa di nuovo. E’ appena stata pubblicata “The DownGrade Session” : l’idea era quella di chiudersi in una casa, registrare un paio di brani live inedtiti e con l’ausilio di una telecamera immortalare il tutto. Eccone l’esito, un connubio di Post Rock e Alternative fatto di atmosfere rarefatte e miscelato a sezioni dense e opprimenti.

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Kubark | Ulysses

Written by Recensioni

Questi sono una vera  rivelazione, proprio loro i Kubark, un quartetto dedito ad un Rock sperimentale che miscela Stoner ed Elettronica. Marco, Elia, Enrico e Federico si fanno sentire con “Ulysses”,il nuovissimo disco intitolato cosi perché nel profondo dell’ anima i ragazzi con e per la loro quotidianità, un po’ come tutti noi, si sentono degli eroi. Un paragone giusto che dovremo sentire tutti  proprio per le continue sfide che ci attendono nei nostri giorni.  Ma veniamo adesso a “Ulysses”, un disco di una certa qualità, registrato e mixato ai Factory Studio da Cristiano Sanzeri e lavorato nei minimi dettagli, un lavoro pieno di enfasi detto francamente.  Anche se il platter contiene solo cinque tracce, queste sono riuscite a dare abbastanza elementi per tirare le somme, tra l’ altro positive. Io personalmente all’ ascolto del disco ho immaginato di essere in mezzo ad uno degli isolati di New York, non ci sono mai stato nella famosissima ed attraente metropoli, ma questo disco mi ha dato questa sensazione, un po’ cupa e un po’ selvaggia; ma questa è soltanto una parte del mio ritratto, perché il disco in se ragione sul concetto di “gente” ed “anonimato”, come specifica il gruppo, e dunque sul cambiamento e la metamorfosi dell’ umanità . Una piccola nota di merito va anche all’ artwork, influente e suggestivo come pochi . Difficile affermare una traccia migliore dell’ altra, tutte e cinque hanno qualcosa da dire, posso però dire che quelle che mi hanno coinvolto di più sono “Ainsoph” e la conclusiva “VIXI”.  I Kubark sono un gruppo con grandi doti e potenzialità, hanno le carte in regola per sfondare, non resta che dargli fiducia e contare su di loro.

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