Il nuovo disco d’inediti di Lugi DeCrescenzo in arte Pacifico, “Una voce non basta”, mette in mostra tutta la bella gioventù pop italiana, parigina, americana, tedesca, turca in circolazione, un disco di duetti e poesia, d’amore e solitudine vinta che l’artista – dopo un periodo non ottimale della sua esistenza – incide in giro per l’Europa, ed è una festa mobile di frasi, pensieri, musica e parole in libertà e semplicità.
Il disco ha preso forma via mail, ed in una quindicina di giorni è stato registrato, ogni traccia è un mondo a sé ed in tutto sono quattordici di questi mondi in cui echi di De Andrè, ballate rock, elettronica, rap e melodia pop spiazzano e fanno un ascolto quasi raro di questi tempi e dove si trova una scrittura di grande cultura pop condivisa con nomi che non è mai facile ritrovarli insieme ed uniti come in questo frangente discografico; l’artista afferma che senza amore un uomo non ha niente, e pare proprio una dolce ossessione che si porta dietro nella vita e nell’arte tanto che il Pacifico Doc lo troviamo in tutte le liriche come nella sua infanzia “Second moon” o nelle perdite interiori “Strano che non ci sei” con Samuele Bersani.
Amore e sguardi nei meandri della società “L’ora misteriosa” dettata con Cristina Marocco, “L’unica cosa che resta” con Malika Ayane, “Semplice e inspiegabile” con Cristina Donà, e poi c’è il mantra quotidiano con due Casinò Royale, Bianconi dei Baustelle che canta il buio in “Infinita è la notte”, il tocco da dj su “Pioggia sul mio alfabeto” con il turco Mercan Dede, Frankie Hi-Nrg che si incazza in “Presto” insieme ai Bud Spencer Blues Explosion, e ancora i Dakota Days, Anna Moura, N.A.N.O. per arrivare alla confessione dolorosa e intima di “A nessuno” in cui un Manuel Agnelli presenzia con un pathos poetico inarrivabile.
C’è uno spirito in ogni canzone che agita, ama, odia e salva tutto quello che non si vuole ammettere o condividere, il bisogno di vita oltre il sopravvivere che non si spezza né si piega, una voglia maledetta di trasmettere oltre il consentito, oltre la bellezza, e questo disco di Pacifico ne è un inno vivo che, con la complicità effettiva di venticinque musicisti, si tramuta in un cantos marvellous senza fine.