Adele e il Mare non è una donna sognante e marinaia, ma una band di tre ragazzi milanesi che scegliendo questo nome d’arte hanno trovato il modo di dipingere il grigio della loro città natale attraverso nuovi colori. Si descrivono genuini e credono che la musica sia una via con il quale esprimere emozioni interiori nascoste, e per preservare questa loro spontaneità hanno deciso di fare tutto da soli: sono arrangiatori, musicisti, produttori e fonici di loro stessi. Insomma una band completamente Do It Yourself, e tanto di cappello!
Origami è il viaggio di Adele e il Mare, un viaggio intimo e profondo descritto dal suono di cinque tracce. Si parla di strade, intese come decisioni e vie da affrontare in “Camminerai”, brano che inizia con un fantastico giro di batteria picchettato e che alla fine ti lascia un senso di speranza misto sofferenza. In “Novembre” il lato nostalgico di Simone (frontman e chitarrista) inizia a scorgersi, e si racconta attraverso metafore fatte di colori e parole sospese nell’aria. Un po’ come un bimbo intento ad afferrare un palloncino che fluttua nell’aria, un palloncino colorato, un palloncino troppo alto per lui, un palloncino che purtroppo potrà solo guardare volare via. Dopo “Novembre” seguono “La Pioggia è Finita” e “L’involontario Sogno di Enea”, ed anche qui direi che l’immagine del bimbo con il palloncino è esaustiva, in quanto l’argomento centrale che lega un po’ tutte le tracce sono le cose che non tornano, le cose che se ne vanno via così, sospese. Chiude il tutto “Domani”, un brano che lancia un messaggio di speranza al mondo, ricordando a tutti che anche se oggi il cielo è grigio è scuro, ci sarà un domani più limpido e chiaro.
Gli Adele e il Mare si descrivono come una band Indie-Rock, ma a me sanno più di Indie-Pop e mi ricordano tanto i Velvet, specialmente il brano “Dolevo Dirti Molte Cose”. Non so se a loro possa far piacere o meno questo mio accostamento, ma comunque sia è ciò che il loro suono e soprattutto i loro testi mi hanno ricordato.