Assomusica, l’Associazione Italiana degli Organizzatori e Produttori di Spettacoli di Musica dal Vivo, in occasione della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, presenterà la seconda edizione di “Ho Visto una Canzone”, premio collaterale della Mostra di Venezia riservato al brano musicale originale di particolare rilevanza artistica, scelto tra tutte le colonne sonore dei film rappresentati alla 72. Mostra.
Il Premio verrà consegnato giovedì 10 settembre, ore 12, al Lido di Venezia, presso lo spazio della Fondazione dell’Ente dello Spettacolo, Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior.
Ad attribuire il Premio la giuria composta da: Saturnino, musicista, compositore e produttore discografico italiano, dal ’91 bassista di Jovanotti; Stefano Mainetti, compositore e direttore d’orchestra, autore di colonne sonore; Salmo, rapper, beat maker e writer; Simon Luca, cantautore, compositore, produttore musicale, autore e sceneggiatore; Renato Tortarolo, giornalista e critico per Il Secolo XIX; Michele Anselmi, critico cinematografico e giornalista; Stefano Senardi, discografico.
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Ho Visto una Canzone: premio al brano musicale originale scelto tra le colonne sonore dei film della 72.a Biennale di Venezia
Francesco Vannini – Dinecessitavvirtù
L’artista siciliano Francesco Vannini arriva al primo lavoro discografico con l’Ep Dinecessitavvirtù, cinque pezzi che raccontano l’arte di arrangiarsi sfruttando il poco che si possiede nella vita, insomma, racconti di vita quotidiana. La scuola cantautorale siciliana, come tutti avranno notato, vive un periodo di felicità impressionante, ormai (ma non è solo così) il musicista siciliano viene associato involontariamente al cantautore. La produzione artistica dell’Ep in questione è affidata a Fabio Rizzo dell’etichetta 800A Records, quella di Pan Del Diavolo, Black Eye Dog, VeneziA e tanti altri di cui vi lascio il piacere della scoperta. “Bomboletta Spray” apre il supporto con un ritmo incalzante e travolgente, il brano più importante per il cantautore/sociologo Francesco Vannini. Deve molto alla fragranza del pezzo, il cantato non arriva mai all’eccelso, ma i cantautori sono sempre così. “I Treni” si presenta con l’opposta emotività della precedente, in questo caso la tristezza prende il sopravvento, un ribaltamento emotivo spiazza la mia condizione di ascolto. Però ci provo gusto, in fondo le canzoni tristi sono sempre le più belle, sono quelle che ci fanno viaggiare con la mente: “I treni ormai non li conto più, e ho smesso di pensare se non mi pensi”. Tanta scuola cantautorale classica italiana nei testi, tante atmosfere tipicamente nord europee nella musica.
Arriviamo alla title track “Dinecessitavvirtù”, il cuore dell’Ep. Ancora una volta si cambia completamente registro, i riff diventano quasi caraibici, o meglio, isolani. La voce ed il testo riescono a reggere l’attenzione perfettamente, il quadro generale della canzone è più che positivo nonostante qualche piccola scopiazzata vocale ad Edoardo Bennato. Ma niente di serio, forse soltanto inutili sensazioni. Da piccolo brivido “Soltanto una Canzone”, sarà quel bellissimo pianoforte che sembra essere messo a raccogliere lacrime, un brano che scava il cuore. Antonio DiMartino dietro l’angolo guarda soddisfatto l’evoluzione della sua lezione artistica nonostante come potenza siamo ad altri livelli. Si continua sulla stessa linea con “Un Uomo Qualunque”, meno strappa lacrime ma con un armonica fantastica, la voce nella migliore performance dell’intero Ep. Si piange e si ride durante l’ascolto de Dinecessitavvirtù, Francesco Vannini dimostra di avere le carte in regola per entrare a far parte della schiera dei musicisti siciliani che contano. Con un Ep purtroppo non è possibile leggere il futuro artistico di Vannini, aspettiamo l’album ufficiale e se il buongiorno si vede dal mattino… ci aspetta una giornata di sole.