Che dire, benvenuti nella alcaloide Seattle ’90 e arrondissements, con tutto lo scoramento possibile del grunge con la G maiuscola, benvenuti tra le undici infuocate tracce che i veneziani X-Ray Life – nell’omonimo lavoro discografico – fanno girare con la concupiscenza riottosa della ribellione delle ribellioni sonore, e onestamente il sound che esala dal cerchietto di plastica è di quella evidenziata tendenza a scalmanare pogo e ricordo in una sequenza di eccellenze marcate.
Ma non solo grunge, anche sangue caldo da grandi occasioni, una necessità espressiva che va oltre lo scimmiottamento di tanti altri epigoni, un disco pieno di riffing e pelli violentate, un cantato messianico che fa riferimento agli immensi doloranti eroi come Nirvana “Sad”, AINC, Eddie Vedder e Layne Staley “Lay on you”, “Everyone is a star”, “665 Inside”, Stone Temple Pilot e altri, tracce che vivono di struggenza propria, sulfuree e nere come i peccati più inconfessabili e di conseguenza di una stratosferica carica di maledizioni elettriche che progressivamente ti entrano sottopelle e ti ungono della loro bellezza diabolica; un lavoro questo dei nostri veneziani che nonostante lo stile ultra consumato da milioni di “seguaci alternativi grungers” riesce davvero ad evolversi in un motus proprio di tutto rispetto, agitandosi in un equilibrio duro e morbido che a fine ascolto lascia contusioni dentro e fuori l’anima di chi lo ha ascoltato fino in fondo.
Dopo lo sludge di “Suzie Q”, rivisitazione dell’hit dei Creedence Clearwater Revival, il corpo d’ascolto rimane allucinato dalle impronte Iguanesche che “Coma like a dream” lascia su una Detroit immaginata, plagiato dai sintomi malati di un Mike Patton che urla roco in “Devil on heart” e divinamente impossessato dal rullo compressore col jack che “The last song” ci fa passare sopra le orecchie, lasciando come scia il laido olezzo di street rock alla G’N’R.
Dimenticate di avere molto più di vent’anni perché qui ci si (ri)avventura in territori giovanili rebel, qui non ci si fa mancare nulla, dalle giunture salde alle scoppiettanti idee allo scoperto, dai woofer epilettici alle giugulari gonfie di malessere sociale, e se cercate la dolcezza di bonarie soluzioni indie siete col culo in aria. Credetemi!
Ottimo per sfogare rabbia e saltare come tappi infiammati.