E’ bello ogni tanto fermarsi con le proprie idee, mandare in vacanza la propria anima in pena e dedicarsi a corpo morto a piccole divagazioni rigeneranti, anche i lombardi The Bankrobber la pensano così e credetemi non sono mai stati in forma come adesso ascoltando questo “omaggio”, questo “sacrarium”, una traiettoria trasversale in quattro tracce che si chiama “Rob The Wave”, ma non sono quattro tracce qualunque, sono pezzi rivisitati di mostri sacri del rock che la band penetra nel profondo di una colpa della passione, di quella maledetta passione rock’n’roll che ti brucia e ti fa vivere per sempre giovane, ed è una – per niente innocua – bomba sonica innescata.
Tanti ci troveranno un pizzico di malinconia, altri una noiosa piega nostalgica, taluni – che poi saremmo noi del pensiero critico – siamo di tutt’altro avviso, se questo è un slim disco di cover deiette da un recupero tombale, vuol dire che un mega % (per cento) di ascoltatori non capisce più una mazza, le cover sono ben altro, qui il febbrile gioco dei The Bankrobber è impetuosamente high, un motore a pieni giri, ampliato, vincente e talmente personalizzato che potremmo paragonarlo ad una loro “versione d’inediti”, un mantenimento a caldo di una indicibile tensione immaginifica che fa provare brividi e ricordi rinfrescati a dovere.
Il disco, in digitale e stampato oltre che su cd anche nel fascinoso vinile, prende in prestito gli occhiali spessi ed intellettuali di Costello “Alison”, i bussi adrenalinici e frastagliati dei chiodi punk yes dei Wire “Ex lion tamer”, si cala nelle ombre color torba dark degli Cure “Lullaby” per finire nell’abbraccio emozionale per Andy Partridge (XTC) nella magnificenza di “Making plans for nigel”, quattro personalizzazioni stupefacenti, come uno sciogliersi finale di contorsioni e mescole dietro un riuscitissimo sogno di rimaneggiare materie vive, con le quali non ci si è solamente sporcato le mani, ma addirittura trasfigurando il pathos che irradiano come fossero divinità rumorose da ricontattare.
I The Bankrobber sono grandi e vanno ancora più in la, oltre la misura in cui – ascoltando queste tracce certificate – si accetta di stare al loro gioco.
Last modified: 7 Maggio 2012
……..Tutto vero ! Ma la cosa che mi sorprende di più di questo disco ascoltato in anteprima è di come ragazzi ventenni “di primo pelo “rileggono “ex lion tamer” degli WIRE come nessun altro abbia mai fatto .Potenza e melodia. Da sottolineare lo splendido packaging del disco (feticcio a forma di 7″ anche nella versione cd ltd).