(consiglio per una comprensione efficace dell’introduzione: andare sul myspace dei The Fence e far partire la traccia “Love wins every fight”, poi iniziare a leggere.)
Allora.
Inizierò con un mea culpa: sono un patito di musica emergente – sconosciuta – underground, non so come la chiamate voi.. insomma di tutti quei gruppi che sono costretti a pagarsi da loro la benzina per andare a fare i concerti, non trovano mai un cachet e siccome non hanno parenti che lavorano in Radio Popolare non saranno (speriamo invece che ci riescano tutti) mai i Ministri.
Ascoltando qualunque gruppo mi passi a portata di mano mi capita spesso di doverli etichettare dall’ascolto di una sola canzone o dalla scelta della foto della band o dalla font usata nel loro sito web; con i The Fence sono partito non male: malissimo.
Il primo brano che ho ascoltato è stato Love wins every fight che già dal titolo era facile fosse il pezzo di un gruppo strapop. La canzone parte con un riff di chitarra a power cord bello energico, decisamente punk rock.. solo che, nel mentre, apro qualche foto dal loro myspace e li vedo che si abbracciano in cerchio, fanno le facce un po’ tristi, un po’ distanti: quelle foto trite e ritrite da band (avete presente no?). Sempre negli stessi secondi parte un pianoforte saltellante e poi il cantato con i coretti: inizio a temere che anziché esser semplicemente una band strapop siano una band chriastian pop! Man mano che il pezzo avanza, però, i coretti iniziano a farsi più intensi, più coinvolgenti. Parte un “shalalalala!”.. il pezzo man mano che avanza si scalda. Quando la parte punk rock si blocca lasciando spazio al piano arpeggiato e i cori che inneggiano “I must be true. I’m the king of the pop rock music!” crescendo..sempre di più..sempre di più..e poi: un tripudio di coretti acuti, acutissimi, gravi, dei cori a cappella che fanno “la,la,la,la,la,..” e, come un mantra, la voce che scandisce il ritornello. Ogni pregiudizio era caduto.
Mi sono entusiasmato: i coretti mi fanno sempre uno strano effetto.
Ritrovo il senno e inizio a spulciare la pagina myspace (ma chi usa ancora myspace?!).
Volendo dare qualche cenno biografico i The Fence sono: Ale dP. (voce), Teo (chitarra), Fede (batteria), Claudio (basso), Ale T. (tastiere). Preferiscono non etichettarsi con un genere ma si dichiarano indirizzati verso un suono rock mantenendo una vena pop: riferimento principale i Queen.. direi che non fa una piega.
Leggendo la loro bio però non è che mi sia ritrovato molto con il brano a cui ho dedicato tutta l’introduzione che mi faceva più pensare ad un gruppo powerpop.
Nelle altre canzoni infatti la presenza dei Queen si fa sentire: pianoforti, tastiere che fanno da tappetone, meno cori e tanta voce solista, soli di chitarra,ecc. Per capire di che parlo ascoltare Free, Dangerous Games o Not Even Me.
Per chi è invece alla ricerca di qualcosa di più rude si ascolti sicuramente Love wins every fight o nelle stesse corde anche Flying without Wings.
Questo gruppo dimostra di saper spaziare da pezzi di sei minuti lentissimi a singoli di tre minuti con attitudine punk.
Immancabile Surrender is Bliss che rimanda ai Pink Floyd ma anche ai Radiohead dimostrando di di avere influenze nel vecchio e nel nuovo e non smentendosi dicendo di essere influenzati da “I grandi gruppi della storia del rock in questi ultimi 40 anni.”
Consiglio The Fence a tutti i nostalgici dei grandi gruppi inglesi degli anni ’70 aperti a contaminazioni più ribelli.
Last modified: 14 Novembre 2012
Ce ne siamo accorti un pò in ritardo.
Grazie per questa recensione.
Un saluto dai The Fence!