Un bel momento per ricapitalizzare l’anima, specie in questi tempi stracciati dall’ansia – ci vuole proprio, e allora non rimane altro che sedersi e amplificare il suono di questo stupendo Lo-Fi contenuto in “Hotel Session” del nucleo vitale dei The Lemonheads, Mister Evan Dando, quattordici tracce registrate in un assoluto acustico dentro una camera di hotel di Bondi Beach in Australia, takes e sfiziosità senza prezzo per ingordi di sopraffino.
Voce e chitarra acustica per raccontare il già tutto raccontato, ma anche per viaggiare stabilmente ancorati al divano del salotto, e andare via con queste canzoni prese qua e la dal precedente “It’s a shame about ray” e da altro e rielaborate in solitaria tristezza, ma rigate di una dolce intensità che t’incolla l’orecchio al centro di uno stato di calma e riflessioni; non c’è da stupirsi, Dando è abituato a fare come gli pare e piace, fa e disfa le sue cose con un amore interiorizzato, solo un mese e mezzo fa era uscito con un greatest hits “Laughing all the way the cleaners”, ed ora con questo disco di diamantini grezzi in cui parla, canta e sogna alto cercando di saziarsi con quel qualcosa in più, lo fa con “Into your arms”, “Paid to smile”, appende le disillusioni al filo della notte “Great big no”, sorride all’ottimismo “I’ll do it anyway”, prende in mano decisioni sulla strada da percorrere “Down about it”, sorride schitarrando “Superhero” per poi ritornare ad imbronciarsi delicatamente in “And so the story goes”.
Un “piccolo” disco che lambisce i territori mai segnati dell’emozione, che cita con ballate e momenti sospesi la reinterpretazione di pezzi già interpretati, quei b-sides che messi sotto questo cono d’ombra rinascono e ritornano a vivere nel loro grezzo respiro.
Mister Dando colpisce di nuovo.
Last modified: 17 Settembre 2012