La parte superiore sinistra del grafico costituisce la Head (ossia la testa della curva); rappresenta un numero molto limitato di articoli popolari che tuttavia generano un elevato volume di vendite. Sono le hit del mercato mainstream; é il mondo in cui si muovono i creatori. La sezione che invece si allunga in basso, verso destra, é la cosiddetta LONG TAIL, costituita da una vasta quantità di prodotti meno profittevoli se analizzati singolarmente; tuttavia, considerata nella sua interezza, questa sezione é in grado di procurare un ritorno economico maggiore rispetto a quello della Head. E’ l’universo popolato dagli aggregatori.
La teoria della Long Tail, dunque, sostiene che il baricentro della nostra cultura si sta gradualmente spostando dal monopolistico mercato mainstream verso un immenso numero di mercati di nicchia, che reclamano il proprio posto nella coda di questa curva di distribuzione; teorizza il graduale passaggio dal mercato di massa alla massa di mercati, dall’economia della scarsità a quella dell’abbondanza: “The Long Tail provides not only greater potential for mass market retailers moving online by reducing the problem of shelf space, but also a route to market for a wide range of niche product that might not otherwise have been made available by more traditional means”.
Infine, l’articolo di Anderson si conclude con un’approfondita analisi delle “nuove regole per l’economia dell’intrattenimento”:
– Regola 1: Tutto a disposizione;
– Regola 2: Dimezza il prezzo. Ora é più basso;
– Regola 3: Aiutami a trovarlo.
Successivamente Seth Godin, tramite un post pubblicato sul suo blog ufficiale, ha cercato di far chiarezza sull’interpretazione della Long Tail, ovviando alla naturale confusione che può facilmente emergere nello studio delle sue complesse dinamiche. L’autore ha individuato tre diversi segmenti, che rappresentano di fatto tre diversi posizionamenti in qualsiasi genere di mercato:
1) Head: é la testa della coda, abitata, come abbiamo detto, dai creatori di hit e bestseller in generale. Questo segmento é, per il creatore di opere, il più profittevole e redditizio di tutta la curva, proprio perché si tratta del vecchio e solito mercato di massa; tuttavia, essere presenti in questa sezione della coda é molto dispendioso dal momento che, trovandosi a competere con il facoltoso ambiente mainstream, bisogna investire parecchio denaro in comunicazione sui media ( nuovi e tradizionali ), per ottenere la dovuta visibilità, nella promozione e distribuzione, per assicurarsi una presenza massiccia e costante sugli scaffali di tutti i più grandi stores e rivenditori del settore;
2) Profitable Niches: é il mercato delle nicchie più produttive e profittevoli dove é possibile, per i creatori di opere, generare ingenti guadagni a parità di un minore investimento iniziale. Questo segmento centrale rappresenta di fatto una dimensione in cui é possibile eccellere per le proprie peculiarità, rivolgendosi ad un pubblico ristretto, ma ben disposto ad investire il proprio denaro perché rigorosamente affezionato a particolari opere, prodotti, beni e servizi di nicchia: “Pick the biggest market you can successfully dominate, the biggest slice where you can get through the Dip and be seen as the best in that world”;
3) The Long Tail: é la parte della curva dove non sono più presenti i creatori di opere, essendo densamente popolata dagli aggregatori dei prodotti presenti nei due segmenti precedenti. Secondo Seth Godin, dunque, questa sezione risulta essere scarsamente redditizia dal momento che gli unici guadagni auspicabili consistono, sostanzialmente, in microprofitti generati da micropagamenti; per tutti questi motivi nessun creatore dovrà mai focalizzarsi su questo segmento, dove di fatto non esiste alcun tipo di creatività, ma soltanto opera di aggregazione di prodotti presenti nel settore iniziale e centrale della curva di distribuzione.
…continua
articoli Parte Seconda. Rockambula Salvatore Carducci The Long Tail: implicazioni future
Last modified: 20 Febbraio 2019