The Regal – The Regal

Written by Recensioni

Quanti dischi ci passano tra le mani, e quanti grossi i rischi che potrebbero far capitombolare il “sacrificio” di una band sconosciuta verso il burrone del fallimento o perlomeno bollati di chissà che cosa causa un ascolto distratto e facilone; tra le pieghe di questi nostri ascolti critici passa di tutto, basta tendere bene l’orecchio e prima o poi il “buono” cade nella trappola come quest’esordio omonimo tutto fiorentino, sono i The Regal e scrivono nove splendide canzoni condite da sonorità profonde e a tratti oscure, miscelano diversi stili tessendo brillanti equilibri sonori assolutamente e stranamente vintage per una band che si “appropinqua” al gran pubblico.

Si, effettivamente l’accavallamento d’idee è proposto in queste tracce con vincente continuità, mantenendo per tutto il loro raggio vitale e d’azione anche divagazioni e contrasti (mai grovigli) che si riscontrano nelle ballate nei campi di fieno profumato Younghiani The calling of  loneliness”, “A song for piano”, “Napoleon Hotel”, nel Nash visionario “The last Christmas” (scritta da Vanina Viviani), “I wanna go back to the start”, nel tremolo mex Dylaniano prima ed elettrico dopo “You shot your love”, “Rockin’ stage” sul Fogerty con la camicia a quadrettoni “She’s rock’n’roll” o nell’amorevole stretta di cuore di una chitarra acustica alla Jackson Browne che cadenza agrette da ogni poro “They got the light in their eyes”, un disco con il quale non bisogna essere muniti di tempo e coraggio per lasciarsi vincere dalla sua lenta e rilassante bellezza, o per abbandonarsi totalmente alla sua atmosfera di fine pomeriggio, lo si lascia con dolenza ambientare sotto il lettore ottico e la magia si rinnoverà quando e quanto si vorrà.

Qua e la “compaiono” i blitz chitarristici di Stefano Venturini (Ka Mate Ka Ora e Werner) mentre ad Andrea Badalamenti voce e chitarra, Alessio Consoli basso e Manuel Pio alla batteria, i The Regal al completo, spetta il compito di “spargere e diffondere” urgentemente la grande fiamma emozionale che sibila rabbiosa per uscire da questo spessore sonoro che già magnificamente ci ha risvegliato ricordi, presenti e nuove speranze sonore a venire.

La trappola anche questa volta ha funzionato alla grande!

Last modified: 16 Maggio 2012

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