Da nord a sud, passando per Galway e Dublino: fra noise, post-punk e folk music, una guida alla ricerca dei nuovi talenti made in Ireland.
(a cura di Dario Damico e Francesca Prevettoni)
L’Irlanda è una terra ricca di meravigliose sorprese, dove spesso i luoghi più misteriosi e meno conosciuti si rivelano anche i più suggestivi e destinati a restare per sempre consolidati nei propri ricordi più lieti.
In occasione della festa di San Patrizio, Dario e Francesca ci portano in viaggio sull’isola di smeraldo alla scoperta di dieci band, sicuramente meno conosciute, fuori dalle classifiche più patinate (per ora) e dagli ambienti mainstream, nella speranza di far breccia nei vostri cuori e di darvi qualche spunto per arricchire le vostre playlist a tema (intanto qui sotto trovate la nostra).
MELTYBRAINS?
I Meltybrains? (sì, il punto interrogativo è obbligatorio) provengono da Dublino, ma i loro suoni sembrano arrivare direttamente dallo spazio. Difficile, se non impossibile, cercare di classificarli: la loro musica è un eccentrico blend di elettronica, krautrock, pop, prog e psichedelia, un mix di generi votato alla continua sperimentazione che li rende unici ed inimitabili. Il loro album di debutto, intitolato You, è già in circolazione da un paio di mesi: uno straordinario, affascinante viaggio in un universo parallelo e surreale.
M(H)AOL
Il nome del gruppo si pronuncia “male” ed è parzialmente ispirato alla leggendaria piratessa irlandese Gráinne Mhaol. Forti dello stesso spirito arrembante, le M(h)aol sono piombate al centro nella scena Irish con il loro primo disco Attachment Styles, pubblicato lo scorso febbraio per TULLE. Femminismo battagliero, queerness e solido attivismo al centro dei temi delle canzoni, con una voglia di libertà che esplode in un vortice post-punk arrabbiato. Pezzo da ascoltare: Period Sex, uno schiaffone alla comune stigmatizzazione del ciclo mestruale.
CHALK
Un progetto ideato da tre studenti di Belfast, appassionati di cinema ed arti visive, che coniuga la spigolosità sconnessa del noise, un muro di sonorità dark e impenetrabili e l’ebbrezza di una folle notte trascorsa in un club di musica techno. Si chiamano Chalk e, nonostante siano in attività solo da qualche anno e non abbiano ad oggi ancora pubblicato ufficialmente EP o album, fra le prime varie recensioni positive possono già annoverare la benedizione dell’immenso Steve Lamacq. Poco ma ottimo e promettente materiale, quindi, per iniziare a conoscerli: i tre singoli Them, Velodrome e Static, perforanti come un martello pneumatico e accompagnati da evocativi video per completare l’esperienza sensoriale, vi conquisteranno all’istante.
SPRINTS
Dublino e le chitarre, binomio infallibile. Una delle next big thing dell’alto volume risponde al nome di Sprints. Freschissimi di firma con City Slang, il loro album d’esordio è dietro l’angolo e promette benissimo, a giudicare dai due EP Manifesto (2021) e A Modern Job (2022) e da una sfilza di singoli convincenti come l’ultimo Literary Mind. La frontwoman Karla Chubb ha un’energia straordinaria sul palco, la perfetta incarnazione moderna dello spirito punk rock.
NEWDAD
Originari di Galway, il loro è un dream pop che culla dolcemente, con una poco velata malinconia sognante che scorre fluida nel sottosuolo di tutti i brani. La voce e il talento di Julie Dawson sono una perla rara e l’attesa per il loro primo album è tanta. Finora due EP all’attivo, Waves (2021) e Banshee (2022) e una chicca: l’eccellente cover di ILY2 di Charlie XCX.
PRETTY HAPPY
Talentuosi, teatrali, energici, senza filtri. Ci spostiamo nel sud dell’isola, più precisamente a Cork, per incontrare i Pretty Happy e il loro bizzarro art punk fuori da ogni schema. Sebbene abbia attualmente all’attivo un solo EP – Echo Boy, pubblicato a novembre 2022 – la band vanta già nel proprio curriculum alcune presenze di tutto rispetto: hanno suonato al Primavera Sound di Barcellona, ai festival All Together Now e Raw Power di Londra e, last but not least, formazioni del calibro di Pavement e Preoccupations li hanno voluti per aprire i propri concerti.
THE MARY WALLOPERS
Se appena pensate a San Patrizio una voce nella vostra testa inizia a canticchiare tutto il repertorio di Pogues e Dubliners, amerete alla follia i Mary Wallopers: tre scanzonati e irriverenti ragazzi originari di Dundalk che riesumano e ripropongono vecchie ballate e canzoni popolari con un irresistibile spirito punk, ma restando allo stesso tempo fortemente ancorati alla tradizione. Banjo, chitarre, bodhran e trascinanti cori stonati sono gli elementi chiave del loro omonimo album d’esordio, uscito a fine 2022: gustatevelo dall’inizio alla fine mentre sorseggiate un’ottima pinta di Guinness e vi ritroverete di colpo catapultati nella brulicante atmosfera di un Irish pub.
SODA BLONDE
Nati dalle ceneri dei Little Green Cars, band che ebbe un discreto successo all’inizio negli anni 2010, i Soda Blonde mettono in campo un alt pop onesto e sincero che raggiunge profondità importanti e sfiora bene il cuore. Il loro unico album Small Talk è uscito nel 2021 ma in questo 2023 il collettivo dublinese è in odore di secondo disco. Secondo le parole della frontwoman e songwriter Faye O’Rourke in una intervista al “Limerick Leader”, questo secondo lavoro ha spinto la band oltre i propri limiti. Lo aspettiamo con ansia.
NAKED LUNGS
Il nostro viaggio prosegue fra i paesaggi mozzafiato della contea di Wicklow, appena sotto la capitale irlandese, luogo di provenienza dei Naked Lungs. Se amate chitarre distorte, voci incazzate e ritmi duri e serrati in un climax senza tregua, questo giovane quartetto è esattamente ciò che fa al vostro caso. “It’s loud and it’s in your face”, disse il bassista Ryan Mortell in occasione di un’intervista con NME, a proposito dell’omonimo EP pubblicato a giugno 2022: non potremmo trovare ulteriori parole più appropriate per definirlo. Daniel Fox, bassista dei connazionali Gilla Band, è il loro produttore: questa è già molto più di una certezza.
LANKUM
Non sono certo una novità i Lankum, quartetto dublinese già in attività da oltre un ventennio: il loro personalissimo modo di reinventare il folk tradizionale irlandese, arricchendolo con elementi di drone music e sonorità più contemporanee e sperimentali, è già ben noto ad appassionati del genere e non.
Ci sentiamo però di doverli segnalare in questa rubrica per due ragioni. La prima, forse la più scontata: il 24 marzo è in uscita su Rough Trade il loro quarto album in studio, False Lankum. Il secondo motivo è invece una notizia piacevole ed inattesa: il loro nome è recentemente comparso fra i primi annunci del Beaches Brew, uno dei festival estivi più amati in Italia proprio per il suo innovativo ed insolito cartellone.
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Last modified: 28 Settembre 2023