Ulrika Spacek – Compact Trauma

Written by Recensioni

Giunta al terzo lavoro, la band inglese sembra aver fatto un ulteriore passo verso il raggiungimento di una certa consapevolezza artistica.
[ 10.03.2023 | neo-psychedelia, indie rock | Tough Love Records ]

Berlino, Reading, Londra. Sono queste le tappe che negli anni hanno contraddistinto il viaggio degli affascinanti e per certi versi inafferrabili Ulrika Spacek.
La band, che nel tempo si è allargata fino a divenire un quintetto, è appena tornata con un nuovo album a distanza di sei anni dal precedente. E lo fa con tutte le ambizioni che il caso richiede.

Che il gruppo in questione sia particolare e sui generis lo si intuisce già dal bizzarro nome, che fonde quelli della terrorista e rivoluzionaria tedesca Ulrike Meinhof e dell’attrice e cantante statunitense Sissy Spacek. Già così, ce n’è abbastanza per incuriosirsi.
Se i primi due lavori del 2016 e del 2017 avevano destato non poche attenzioni nel panorama indie e alternativo, Compact Trauma ambisce a consacrare definitivamente il gruppo di Rhys Edwards e soci. E l’impresa sembra proprio essere riuscita.

Sebbene il sound generale segua più o meno il canovaccio di quello delle fatiche precedenti, il nuovo album dà subito l’impressione di essere permeato da un’atmosfera peculiare e tutta sua. La sensazione è quella di un suono avvolgente e sofisticato, cangiante e colorato. Magari meno energico che in passato, ma certamente più affascinante.

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La tavolozza sonora degli Ulrika Spacek di serve di mille colori e sfumature per mettere su tela un sound sperimentale che spazia dalla psichedelia misteriosa affine a quella dei Vanishing Twin all’indie rock chitarroso che riporta alla mente i Sonic Youth più riflessivi e meno rumorosi.

Una prerogativa interessante che salta subito all’orecchio durante l’ascolto è la capacità di questo nuovo disco di non risultare praticamente mai stucchevole o ridondante, evitando così un problema che spesso si presenta in ambiti neo-psichedelici e affini. E, sebbene il minutaggio sia abbastanza corposo (si sfiorano i cinquanta minuti), l’ascolto non risente di particolari momenti di stanchezza.

Brani quali The Sheer Drop e Diskbänksrealism sono programmatici nel dimostrare come la band sia in grado di tenersi in perfetto equilibrio tra fascinazioni psych e sonorità indie.
La forza del suono degli Ulrika Spacek sta nel suo essere al tempo stesso sperimentale e fruibile, come dimostra anche l’alt psych della godibilissima Accidental Momentary Blur.

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In generale, la prima parte dell’album è quella che tende maggiormente verso sonorità alternative, ed il risultato è un caleidoscopio piacevole e ammiccante che a tratti ricorda anche alcune cose dei Notwist (del resto, essere passati dalla Germania dovrà pure aver influito in qualche modo).

L’intermezzo etereo e impalpabile di Through France With Snow è una sorta di spartiacque che introduce la seconda parte dell’album, quella più sognante e immaginifica. 
If the Wheels Are Coming Off, The Wheels Are Coming Off ha un sublime retrogusto mistico e orchestrale e volteggia leggera su soffici nuvole dream pop, mentre la liquida e conclusiva No Design si avventura in fascinosi territori trip hop.

E come non citare il riuscitissimo connubio di chitarre e synth che nella titletrack mescola Preoccupations e Stereolab, per un brano contraddistinto da un incedere a dir poco incalzante e che è un compendio perfetto delle sonorità della band.

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Con Compact Trauma, gli Ulrika Spacek si confermano una band davvero solida e sembrano fare un ulteriore passo verso il raggiungimento di una certa consapevolezza artistica. 
La sensazione è quella di un gruppo che, giunto ormai al terzo lavoro, pare aver trovato la propria direzione sonora ed espressiva per continuare a veleggiare, divertito e ambizioso, tra le magiche onde della psichedelia contemporanea.

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Last modified: 17 Aprile 2023