Psichedelia e raffinatezza: gli ingredienti perfetti per una serata mag(g)ica.
L’atteso ritorno in Italia dei Vanishing Twin a quasi tre anni dalla loro ultima apparizione nel nostro Paese è preceduto da una notizia triste quanto inaspettata: Phil M.F.U. ha lasciato la band, sostituito alle chitarre e ai synth da Arthur Sajas (questo almeno per le date italiane, vedremo in futuro se l’aggiunta sarà permanente). Non si ha neanche il tempo di elaborare la cosa che il gruppo è già in procinto di salire sul palco, per la prima delle quattro date italiane in programma nel suo mini tour di maggio organizzato da Solid Bond Agency (con le date di Roma e di Bari prodotte nell’ambito della nuovissima rassegna Diffuse Sound).
La location raccolta e un po’ retrò del Teatro Garbatella sembra fatta su misura per i Vanishing Twin, che però bontà loro hanno avuto la balzana idea di suonare a Roma proprio nella serata in cui una delle due squadre di calcio principali della città è impegnata in una finale europea: ovunque l’aria è tesa e rarefatta e anche l’orario di inizio del concerto viene posticipato di una mezz’ora abbondante, del resto siamo o non siamo un paese di pallonari (io a dire il vero non molto, ma questo è un altro discorso)? E non è un caso che, appena salita sul palco, la splendida ed eccentrica Cathy Lucas chieda divertita ai presenti “avete vinto?”, in un tripudio di ilarità che è anche l’intro perfetta per il set della band.
Il suono dei Vanishing Twin è un irresistibile mix di psichedelia e pop, impreziosito da una raffinatezza ed una stravaganza che rendono l’ascolto della loro musica un imperdibile viaggio sensoriale. E, siccome anche l’occhio vuole la sua parte, le visuals cangianti e colorate che fluttuano dietro ai musicisti concorrono a creare un vortice sonoro e visivo che rapisce fin dal primo brano.
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La setlist è ovviamente incentrata sui brani dell’ultimo album, Ookii Gekkou, con sugli scudi la bellissima e danzereccia Phase One Million, ma non mancano anche brani più datati e seminali come Cryonic Suspension May Save Your Life o Choose Your Own Adventure.
Sul palco spesso e volentieri è Valentina Magaletti a rubare la scena: è sempre un piacere veder suonare la talentuosissima batterista italiana, e l’impressione è che sia proprio lei a dettare i ritmi dei quattro.
La setlist scorre via in un’atmosfera rilassata e presa bene e anche la band sembra essere a suo agio, ma il climax della serata viene raggiunto nell’immancabile bis: Cathy invita i presenti ad alzarsi (cosa che a dire il vero moltə di noi avrebbero voluto fare fin dall’inizio) e ci si ritrova tuttə sotto palco a ballare e godersi senza alcun tipo di freno le bellissime Magician’s Success e Language Is a City (Let Me Out!): il momento è incredibilmente magico e coinvolgente, la band dà libero sfogo a tutta la sua vena psych e sperimentale e l’unico desiderio di ogni presente è che quei minuti durino per tutta la notte.
A bis terminato la gioia sui volti del pubblico (ma anche della band) è indicibile, un quarto d’ora di vera catarsi sonora. Cathy continua a scherzare con gli astanti dicendo loro che adesso possono finalmente andare a festeggiare (ma la festa era già qui!) e il pubblico sciama pian piano verso una calda serata romana di fine maggio. A volte ci vuol poco per essere felici.
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Last modified: 7 Luglio 2022