Nella vita di un musicista il viaggio è di certo una componente essenziale. Chilometri su chilometri, giornate intere passate in furgone, nottate insonni, pasti al limite della decenza, orde di automobilisti impazziti a rallentare viaggi lunghissimi e poi infine il palco, l’energia, il sudore, i sorrisi, il calore del pubblico e tanta voglia di rimettersi in viaggio per suonare ancora. E se il viaggio non fosse solo questo? Se il vero viaggio fosse l’intera esperienza musicale?
Questa settimana abbiamo chiesto a BUSHI, neonato progetto che vede protagonisti Alessandro Vagnoni (chitarre, voce), Fabrizio Baioni (batteria) e Davide Scode (basso, voce), di immaginare la loro vita a contatto con la musica come un lungo cammino che stanno in realtà ancora percorrendo. Ecco cosa ci hanno risposto.
[ ascolta “BUSHI 武士” | pagina FB ]
♦ “Chi siete? Quanti siete? Dove andate? (Un fiorino!)”
Siamo in tre, sparsi tra Marche e Lombardia e imbarcati in un aereo diretto verso il SOL levante. L’oracolo della fortuna aveva predetto tutto questo. Magari tutto ciò costasse solo un fiorino…
♦ È tempo di bagagli. Dischi, canzoni e artisti da portare con voi.
[Alessandro]: The Beatles, Billy Cobham, The Queen, Primus, Death, Meshuggah, Rage Against The Machine, Tool, The Dillinger Escape Plan, Mr. Bungle, John Zorn, The Police, Nomeansno, Neurosis. Ho fatto un grande sforzo per tralasciarne molti altri.
[Davide]: Per un viaggio, soprattutto se in macchina, porterei Frames degli Oceansize, Superunknown dei Soundgarden, California dei Mr.Bungle e un disco random fra QOTSA e Motorpsycho.
[Fabrizio]: In situazione di spostamenti o viaggi di solito porto dei dischi che un po’ si spostano dal mio solito background. Quindi sceglierei VEX’D, KXP, John Montoya, Bienoise.
♦ Le cose da dimenticare a casa.
[Alessandro]: Quando sono in giro cerco di non pensare troppo a ciò che lascio a casa (avendo una compagna da tanti anni e una figlia da pochi), anche se è impossibile non farlo. La routine del suonare (spesso) in giro però ti consente di avere la mente concentrata su ciò che devi fare: guidare, arrivare, scaricare, fare il check, mangiare, bere, scambiare parole, suonare, cercare di vendere qualche disco e promuovere la band, stare alzato fino a tardi, dormire (poco) – repeat. Una cosa che dimentico sempre è comunque il cazzo.
♦ Luoghi e incontri che hanno reso più interessante il cammino.
[Alessandro]: Quando viaggi da un quadrante all’altro della bussola, è facile vivere situazioni particolari. Con questo progetto siamo agli inizi e per ora si sta battendo in lungo e largo lo stivale: le periferie industrializzate ci deprimono, ma è uno sguardo necessario per capire dove va il mondo. Io ho avuto la fortuna di suonare spesso all’estero e devo dire che le piramidi di Teotihuacan in Messico (e il sole che ti brucia all’istante se ci vai a Marzo), i templi e i pazzeschi centri commerciali in Giappone (ceste lungo le vie piene di DVD di Moana – pixelata), la desolata steppa russa (coi suoi cessi lungo le strade, consistenti di un semplice enorme buco pieno di merda e rifiuti) e le strade piene di crateri dell’Ucraina, sono immagini che porterò sempre con me.
♦ Deviazioni di percorso. Ce ne sono state? Come sono state affrontate?
[Alessandro]: La prima formazione di questo progetto prevedeva alla batteria e voce principale Matteo Sideri dei Ronin/Maria Antonietta, col quale abbiamo vissuto tutta la preparazione del live e i primi concerti da Maggio ad Agosto del 2017. A lui è subentrato poi Fabrizio Baioni, responsabile ora del progetto Cirro e in passato batterista per Drunken Butterfly, Marina Rei, Il Teatro Degli Orrori, etc.
Conosco da poco tempo i compagni che mi affiancano in BUSHI ed è normale che, durante il percorso, accadano imprevisti. Bisogna fare scelte nette e saper ripartire, anche essendo disposti a cambiare gli equilibri e i ruoli all’interno della band.
♦ I migliori compagni di viaggio.
Radio Maria.
♦ Mete sognate, ma non ancora raggiunte.
[Alessandro]: Pur avendo già suonando in Giappone (con i Dark Lunacy, di cui facevo parte anni fa), un sogno sarebbe portare BUSHI in quella magnifica terra. Un giorno ci riuscirò, chissà!
A parte questo, mi accontenterò di portare on the road la mia musica per molto tempo e ovunque possibile.
♦ Cartoline da lontano: dopo tutta questa strada, cosa scrivereste ad amici/nemici (o a chi volete) ?
[Alessandro]: Di strada ancora ce n’è da fare… E’ difficile però pensare alla “cartolina” in un’epoca in cui, con Whatsapp e altri sistemi, la condivisione di momenti e informazioni diventa istantanea (rete permettendo). La cartolina, prima di spedirla, la devi scegliere tra quelle che sono esposte: ci sono solo quattro immagini da scegliere del luogo in cui sei in quel momento e devi decidere quale sia la più rappresentativa, quella che descriva e cristallizzi quel preciso momento: un paio di chiappe penso possa andar bene!
♦ “Cheeeeeese”. La foto che meglio vi rappresenta.
Bushi Intervista Rockambula viaggi musicali
Last modified: 21 Febbraio 2019