Un nuovo mese, una nuova carrellata di band più o meno sconosciute e tutte da scoprire.
In copertina: ODDLY
What’s up on Bandcamp? è un’idea che prova a mettere al centro la musica indipendente: ogni mese una selezione di dischi il più variegata possibile – a livello di generi, provenienza geografica, etichette – per provare a dare spazio a nomi in rampa di lancio o comunque poco conosciuti.
Del resto, non importa quanto sia difficile la vita: lì fuori ci sarà sempre una band pronta a salvartela (o quantomeno a migliorartela).
The Genevieves – Dog Dreams
[01.02.2025 | autoprodotto | post-punk, noise rock, shoegaze | Australia]
Se l’Australia ha spesso fatto capolino in questa rubrica per via della sua ricchissima e inestinguibile scena garage e psichedelica, da un po’ di tempo a questa parte anche in ambito più strettamente indie rock (che è un’etichetta molto generica, me ne rendo conto) le novità che arrivano da lì sono davvero stuzzicanti.
All’EP di debutto, i The Genevieves sono caratterizzati da sonorità al tempo stesso pop e distorte, come del resto l’apripista Parts dimostra in maniera piuttosto inequivocabile.
Se in Keith il quartetto di Adelaide dimostra di saper allentare la presa in favore di melodie accattivanti (le strofe hanno un che di etereo, a tratti affine al dream pop), la chiusura con Coward, tra rallentamenti e distorsioni, ne abbraccia appieno tutto il variegato spettro sonoro.
Ventidue minuti che volano via in un amen.
edgar déception – ption
[07.02.2025 | Tête Froide, Led Disques du Paradis, Flippin’ Freaks, Cartelle, Permanent FREAK, Araki, Hell Vice I Vicious | indie pop, noise pop, experimental pop | Francia]
Del pop eccentrico fatto da una band francese? Prendo volentieri, grazie.
Il secondo album degli edgar déception mette pienamente in risalto tutto l’universo sonoro bizzarro, originale e variegato del trio parigino, che in tutto ciò sembra divertirsi non poco e questa è forse la cosa migliore che si possa dire di un gruppo.
Tra i miei momenti preferiti non posso non annoverare la doppietta happy new year–ption, in cui la band riesce ad apparire al tempo stesso decisamente estrosa e tremendamente dolce, ma è impossibile non citare anche il pop storto e 100% anni ’90 di don’t steal my bike e le coinvolgenti sonorità jangle di Swimmie.
Parigi val bene una messa, direbbe qualcuno.
ODDLY – Swerve
[12.02.2025 | Damnably | alternative rock, indie rock, post-punk | Giappone]
Lungi da me fare la parte di quello che se la tira (anche perché mi verrebbe davvero male), ma seguo la band in questione fin dal primo EP datato 2020 e ritrovarla finalmente con l’atteso album di debutto mi ha provocato non poca gioia.
La band giapponese di casa Damnably – etichetta di East London che, tra Otoboke Beaver, Say Sue Me, Grrrl Gang, 小王XIAOWANG e tanti altri nomi, dimostra ancora una volta di saper scavare benissimo nell’underground dell’Estremo Oriente – fa del chitarrismo spinto la propria cifra stilistica, mescolando sapientemente grunge (Alligator), noise pop (Lozenges, Ride), post-punk (Artificial) e indie pop (In-Mates).
Non la roba più originale del mondo? E chi se ne frega, a me è venuta comunque voglia di andare a Kyoto.
Last Days of Heaven – Out of Body
[14.02.2025 | New Morality Zine | noise pop, bedroom pop, shoegaze | USA]
Ho scoperto questa uscita in un pomeriggio uggioso mentre ero stravaccato e meditabondo sul letto. Tutto molto shoegaze, e infatti è proprio di shoegaze (ma non solo, chiariamo subito) che si parla: il progetto solista del musicista texano Juan Vargas è decisamente lo-fi e DIY, un vero toccasana per chi vuol farsi riempire il cuore dai buoni sentimenti.
Tra noise pop, shoegaze e bedroom pop, con la mente a Teenage Fanclub, Galaxie 500 (Pain Machine sembra davvero essere uscita dalla penna della band di Boston), Mojave 3 e compagnia sognante, l’EP porta in dote cinque brani che promettono di farvi davvero tanta compagnia. Promettono e mantengono, aggiungerei, visto che non sempre è scontato (nella musica, come con le persone).
SPARES – SPARES
[14.02.2025 | autoprodotto | post-hardcore, noise rock, emocore | USA]
Cosa c’è di più romantico di far uscire del sano post-hardcore proprio nel giorno di San Valentino? Assolutamente nulla, ed è proprio questo che gli SPARES si sono presi il mio cuore.
L’EP di esordio del quintetto di Portland si snoda attraverso quel mix tra il già citato post-hardcore ed il noise rock – senza tralasciare una spruzzata di emocore qua e là, vedi The Din – che tanto fa emozionare i cuori di ogni disagiato che si rispetti.
Sei brani angolari e graffianti che vanno dritti per la propria strada incuranti di qualunque cosa li circondi, con la fantastica doppietta Stalemate–Grease Stains (scelti non a caso come singoli di lancio) ad impreziosire un debutto oltremodo interessante.
Soft Leg – Nor
[14.02.2025 | Trough Love | shoegaze, alternative rock | Svezia]
Era da un po’ che con questa rubrica non tornavamo in Svezia. L’occasione ci è gentilmente offerta dall’EP di debutto dei Soft Leg, quartetto di Stoccolma evidentemente cresciuto a pane (a proposito, che pane si mangia in Svezia?) e shoegaze.
Un po’ RIDE, un po’ Chapterhouse, un po’ Catherine Wheel (ma, a giudicare dagli intenti alt rock di Ty, ci metterei dentro anche gli Swervedriver), il suono della band scandinava non può che essere solcato in lungo e in largo da riverberi sognanti e atmosfere eteree. Roba che, tra un piantino e l’altro, ogni vero shoegazer dovrebbe recuperare al più presto, pena la revoca del tesserino. Poi non dite che non ve l’avevo detto.
George Children – Kitchen Sink Drama
[20.02.2025 | Dandy Boy | indie rock, bedroom pop, lo-fi | USA]
Credo di averlo già detto, ma mi ripeto volentieri: l’arancione è da sempre il mio colore preferito, pertanto, se volete finire su questa rubrica, utilizzarlo nelle vostre copertine è un ottimo viatico.
Ad ogni modo, i George Children – usciti per quella Dandy Boy Records che ci aveva già portato in dote gli splendidi Magic User, l’etichetta di Oakland è un vero e proprio gioiellino in ambito indie rock – non hanno soltanto ottimi gusti estetici, ma sono anche contraddistinti da sonorità talmente armoniose e delicate che non innamorarsene al primo ascolto è un’impresa per cuori davvero duri.
Cinque brani per dieci minuti scarsi, un EP tenero e soffice a metà tra indie rock e bedroom pop, il cerotto che ci voleva per i nostri animi ingarbugliati. Musica da ascoltare mentre si mangia un buon muffin.
Abdomen – Yes, I Don’t Know
[21.02.2025 | FatCat | noise rock, post-punk | Paesi Bassi]
Flashback allo scorso novembre. Ero a vedere i METZ ad Anversa e dentro il locale scorgo un tipo con la maglia degli Abdomen (che già da tempo era finiti sul mio taccuino), mi viene voglia di andargli a parlare ma poi desisto, chissà perché (no, il perché lo so, è che in certe situazioni tendo ad essere piuttosto introverso).
Detto questo, il secondo album della band olandese potrebbe essere un vero toccasana per i nostalgici del trio canadese (me in primis, ovviamente): suoni poderosi, ritmi sincopati, sguaiatezze diffuse, c’è davvero tutto per lasciarsi andare al crowdsurfing più selvaggio.
Come avevamo avuto modo di scrivere anche qui, il noise rock internazionale di oggi sembra proprio essere in buone mani, comprese quelle del trio dei Paesi Bassi.
chest. – All Good Things End
[28.02.2025 | Howlin Banana | post-punk, dance-punk | Francia]
Tutte le cose belle finiscono. Per quanto triste, sembra impossibile non concordare con i chest., che per il loro EP di debutto hanno scelto un titolo tanto realista quanto esistenzialista (il che mi riempie il cuore di – sommessa – gioia).
Il quintetto parigino si inserisce di prepotenza nel calderone post-punk contemporaneo, mostrando però una certa tendenza rumorosa che li fa apprezzare non poco da chi scrive. La doppietta Self Sabotage–Blood on Your Doorstep mette in mostra tutta la potenza di fuoco della band transalpina, e può anche rappresentare un ottimo trampolino di lancio in vista di uscite future.
Tutte le cose belle finiscono. Nel frattempo, teniamocele strette.
Demora – torpor
[28.02.2025 | Cherub Dream | shoegaze, noise rock | USA]
Esistono fondamentalmente due modi per destarsi dal torpore. C’è chi lo fa in maniera blanda, cercando di godersi fino alla fine quella sensazione di quiete temporanea, e c’è invece chi preferisce abbandonarlo in maniera brusca, con una sorta di terapia d’urto.
I Demora, trio da San Francisco, optano per la seconda soluzione, servendosi di una magniloquente bordata di distorsioni per sgusciare dal proprio torpor. Il risultato è un mix vincente e stordente di shoegaze e noise (c’è anche chi lo chiama grungegaze, etichetta che però a me ha sempre convinto il giusto), sulla falsariga di band cardine del filone quali Nothing, Whirr, senza tralasciare una certa stravaganza che ricorda i They Are Gutting a Body of Water.
Un pezzo da conservare a lungo e lontano da fonti di calore? Decisamente la titletrack, rumorosa e al tempo stesso melodica.
Qui trovate la playlist riassuntiva di What’s up on Bandcamp?, un pezzo per ogni uscita trattata nel 2025. Buon ascolto!
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Last modified: 11 Marzo 2025