Eccolo il disco che attendevo con entusiasmo, Supersonispeedfreaks, il secondo album degli straordinari Witche’s Brew. Venni a conoscenza della band di Mirko e soci qualche anno fa, la fortuna fu che li scovai proprio con il loro disco d’esordio White Trash Sidesow. M’innamorai del disco, aveva una sua personalità, un suo charm, un sound che ti coinvolgeva e ti scuoteva. Rimasi con un ottima impressione del gruppo, adesso finalmente mi ritrovo con il loro nuovo disco tra le mani e posso cominciare a dire che le mie impressioni iniziali erano esatte e che i Witche’s Brew non hanno affatto deluso le aspettative, anzi. La band è senza ombra di dubbio migliorata con gli anni, ha affinato la tecnica e con qualche giusto cambio di line up è riuscita a far conciliare il sound Doom a quello Rock’n’Roll con un eleganza che in pochi hanno, il tutto condito con quella classica spruzzatina di psichedelia che tanto piace al quartetto. Supersonispeedfreaks è un piacevole disco che si fa ascoltare con scioltezza e senza mai stancare. Di questo lavoro sono interessanti le atmosfere che si vengono a delineare le quali ricordano un po’ i tardi pomeriggi nel Far West, immaginate di stare in un Saloon a bere whiskey e nel frattempo intorno a voi ci sono loschi individui che si azzuffano per un Poker mancato accerchiati da stupende ragazze che danzano. La caratteristica dei Witche’s Brew è che la loro musica in un modo o nell’altro deriva da un viaggio mentale, li puoi ascoltare in momenti calmi, bui o più scatenati e il loro effetto varia ma ogni occasione è sempre quella giusta. “Vintage Wine” (l’opener) presenta il disco e la band, il risultato è ottimo, i riff di chitarra sono eccezionali ed anche se l’intera durata della traccia è sui dieci minuti non c’è un solo momento che possa annoiare. “Children Of The Sun” è invece più atmosferica, meno aggressiva rispetto a quella citata prima ma comunque con i suoi picchi. Con “Magic Essence” arriva il momento di scuotersi, in questo pezzo è evidente la vena Rock’n’Roll dei Witche’s Brew, non tanto i riff ma gli assoli anche se di breve durata fanno la differenza. La conclusione del platter è affidata a “Supersonic Wheelchair” in cui ancora una volta si nota il gusto della band per il Rock datato anni settanta e come nella canzone precedente ci si può muovere e scatenare a colpi di “schitarrate”. I Witche’s Brew sanno cosa vuol dire fare musica e sanno come creare un album di pura arte, Supersonispeedfreaks è la loro consacrazione.
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Last modified: 20 Febbraio 2022