Se state cercando la parte ruvida di Rockambula di maggio, questo disco non può sfuggirvi, Zolle. Album di debutto, omonimo, per questo duo agricolo basso e batteria veramente singolare. Nessuna voce, solo il rumore della fatica, le vibrazioni del trattore, la ripetitività della zappa. Riff potenti e batteria a seguito a sottolineare lo sforzo, la pesantezza del lavoro nei campi. Una specie di Stoner Rock made in Italy e, Rock Agricolo è l’appellativo che più rappresenta l’idea che gli Zolle hanno della propria musica.
I brani del disco sono registrati tutti al naturale, in presa diretta, con pochissime sovra incisioni. Una dietro l’altra le tracce ti portano nel vortice del lavoro dei campi; i Zolle hanno utilizzato inglesizzazioni per i titoli, a richiamare proprio il lavoro rurale, come per il singolo che apre l’album “Trakthor” che è un chiaro rimando al trattore, mezzo essenziale per la produzione agricola. Oppure “Mayale” o “Heavy Letam”. Di tanto in tanto nell’album troviamo tracce di sintetizzatori che loro stessi definiscono fertilizzante, come ad esempio in “Leequame” e “Man ja to ya!”.
Ora, non è semplice giudicare nel complesso un album solo strumentale pieno di riff e rullate su di una batteria di rame, però, quello che colpisce di questo disco è il concetto che si vuole passare e cioè la durezza della vita passata nei campi. Una ripresa delle origini contadine della nostra repubblica, un album che ci vuole ricordare da dove veniamo riportandoci a terra con durezza e sacrificio.
Last modified: 3 Giugno 2013
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