Si può creare la propria impronta stilistica basandosi su una folle ossessione equina? A quanto pare, sì perché Hippodrone Club di Josy & The Pony vs The Poneymen non è solo il primo full length in cui collaborano con questi epiteti i musicisti di Charleroi, ma è anche il continuum di diverse release in cui il cavallo è sempre stato ironicamente protagonista, dai titoli delle canzoni, ai nomi dei musicisti, dall’appellativo della band alle maschere indossate nelle diverse divertenti copertine. Si tratta della prima vera impresa degna di attenzione per questa misconosciuta band belga ed è anche un’opera che presenta distintamente i volti delle due anime che la plasmano. Da un lato Josette Ponette, affascinante vocalist e autrice unica dei testi, dall’altra The Poneymen, artefici della musica; da un lato la sensualità delirante di una voce femminile non proprio fuori dal comune ma sicuramente gradevole e azzeccata e dall’altro arrangiamenti classici per lo stile ma comunque abbastanza variegati. Quello che ne viene fuori è una specie di trasposizione nord europeista dell’esperienza di The B-52’s, con diverse incursioni in territori diversi. Il Surf Rock è ovviamente il protagonista assoluto, come evidenziato già nell’opening “Louis Sttalllone 007” ma non è l’unico; ha quasi un sapore di Disco e French Pop la successiva “Anesse Topless” mentre con “H!!! Hue H!!! Han” si passa a una sorta di Garage Surf dal sapore nipponico anche se il duetto con Poney M.arco Pala non può che richiamare alla mente i soliti The B-52’s. Oscilla tra French Pop, Chanson e Jazz Pop stile Gainsbourg il brano “La Party” ma è con “Horses and Whores” che la band sprigiona tutta la sua potenza con un Garage Rock robusto, in cui la voce di Jonette recita e urla come mai in altro episodio. Altra evidente fonte d’ispirazione della nostra è certamente lo Yéyé francese degli anni 50 e 60 a cui non si può non aggiungere un certo tocco Beat molto British. Sempre a Gainsbourg riporta il duetto, in parte in italiano, con Barako Bahamas in “Let’s Beer? Ok Pony! Birre e Grappa” mentre sono atmosfere Tex-Mex Rock & Roll a predominare “Mexican Hippic Sauce”. Sul finale c’è spazio per qualche reminiscenza New Wave, Acid Rock molto sixties e Post Rock sperimentale a completare un’opera che sicuramente è più variegata di quello che potrebbe suonare a primo impatto. Puntano sull’ironia i Josy & The Pony vs The Poneymen ma nonostante la loro evidente voglia di forzare tale ironia e portarla all’eccesso, non riescono, musicalmente, a rendere tale intenzione. I brani mancano di mordente, spesso faticano a solleticare la mente di chi ascolta, i suoni sono sicuramente banali, l’idea portante non è definita con chiarezza, la musica non ha nulla che non si possa trovare altrove con maggiore energia. Non è un album che possa definirsi brutto, ma poteva sicuramente essere più interessante di quello che finisce per essere così come proposto.
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Last modified: 20 Febbraio 2019