Non è assolutamente un disco che si decifra al primo ascolto: forse per la mancanza del basso, forse la peculiarità di canzoni spesso troppo brevi (la metà dei brani non supera i 2:30) e i testi semplici, potrebbero far credere ad un disco banale. Invece i testi semplici risultano anche essenziali, senza fronzoli, e il basso è ben sostituito da virtuosismi impercettibili, come l’uso di quella blue note che fornisce il ritmo, tempo e completezza all’intero album. Queste caratteristiche rendono Outlet Valve dei Too much distress un disco leggero e alla lunga assolutamente piacevole, come un diesel che ci mette un po’ a carburare ma una volta ingranata la quinta ha sicuramente un lungo rettilineo da percorrere.
Vario nella sua struttura, ascoltiamo in alternanza brani strumentali (Outlet valve su tutte, dove il suo inizio arpeggiato mi ricorda le sonorità dei Metallica) ) e testi interessanti. Primo singolo è Drunked blind, italianizzazione di blind drunk che significa ubriaco fradicio, che già dal titolo rende l’idea di quanto siano diretti i testi.
Questa “troppa angoscia” che caratterizza il nome della band, non mi pare condizioni questo progetto di Stefano Serra (batteria) e Fabio Orrù (chitarra/voce) che appare invece già maturo da un punto di vista di complicità musicale e ancora un po’ acerbo nelle sonorità; Il suono grezzo, poco pulito, colloca il cd sugli scaffali dell’alternative rock italiano genere con cui i Too much distress rappresentano la Sardegna in modo più che dignitoso.
Curiosità: prima di essere i Too much distress, Serra e Orrù suonavano già insieme nei Coleman prima, Second self e Shell to tell poi , con una formazione più ampia. Nel 2010 diventano ufficialmente TmD attestandosi come duo e iniziando a lavorare per Outlet valve, in uscita a febbraio 2012.
alternative rock Too much distress
Last modified: 3 Febbraio 2012
Non vediamo l’ora di ascoltarlo!!