Traffik Island – Sweat Kollecta’s Peanut Butter Traffik Jam

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Un disco che è un blob in continuo movimento, fatto di tanti colori che si contorcono rivelando i suoi lati più ammalianti e le sue stranezze.
[ 21.02.2020 | Flightless | indietronica, psych pop ]

L’ultima evoluzione dell’ex Orb, Zak Olsen, si nasconde sotto il moniker Traffik Island, stavolta con la k al post della c e senza un ‘sound’ finale nel nome come in passato; stavolta come in Nature Strip c’è lui al comando e il risultato è certamente migliore rispetto allo scorso anno.

Disco velocissimo da ascoltare, con tredici brani in meno di trenta minuti fatti d’indietronica psichedelica che non disdegna di rifarsi alla tradizione progressive electronic e krautrock del continente europeo (Go!) utilizzando basi che potrebbero portare la firma di un Madlib o J Dilla nelle loro fasi più concettuali.

Eppure un disco che vi richiederà tanto tempo per essere assimilato, con quel suo incedere indolente costruito perfezionando suoni nostalgici e volutamente trasandati, con quelle variazioni che vi lasceranno con l’aria di chi si chiede “perché questo e perché ora?” (Charlie is my darling); sonorità cui sempre più state imparando a convivere anche nel pianeta mainstream ma che qui sono proposte come un fluido cangiante e semi-amorfo, dove ogni genere, dal funk al synthpop, è solo evocato in maniera deliberatamente e provocatoriamente superficiale.

Impossibile pensare a Sweat Kollecta’s Peanut Butter Traffik Jam come a un disco, un’opera, un album in cui l’artista sviluppi una sua precisa idea. Prendetelo come un blob in continuo movimento, fatto di tanti colori che si contorcono rivelando i suoi lati più ammalianti e le sue stranezze, gradevole e sfuggente, immateriale e che riesce a scorrervi davanti agli occhi lasciandovi impotenti ad ammirarne la bellezza surreale pieni di domande che non riuscite a fare a nessuno.

Immaginatevi in un sogno, un incubo in cui un mostro si nutra inglobando i vostri gusti musicali più reconditi. Pensate a quel mostro come un verme che danza in una miriade di sensazioni sgargianti. Immaginate di provarne repulsione e attrazione al tempo stesso. Sweat Kollecta’s Peanut Butter Traffik Jam non è un disco che potete immaginare, potreste solo sognarlo oppure farvi il favore di ascoltarlo ma solo se siete disposti a farvi prendere un po’ in giro, spogliarvi delle vostre arie seriose e abbandonare la mente a se stessa.

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Last modified: 15 Aprile 2020